mercoledì 10 giugno 2009

Lee Morgan

Su Jam di Giugno

“Nella primavera del 1964 I Jazz Messenger sono sul palco di un club, pronti a dare via al set.
Lee Morgan non si è visto, quindi qualcuno va a cercarlo. Morgan è in camerino, mal ridotto a terra con la testa contro un radiatore fumante”.
La storia del trombettista Lee Morgan è fatta anche di questi spiacevoli episodi, dei suoi rapporti con la tossicodipendenza, ma è la storia anche di un grande jazzista che caratterizzò la musica nera, a cavallo fra gli anni cinquanta e i primi anni settanta.
Qui Tom Perchard, giovane giornalista musicale inglese di Wire Magazine, si cimenta (con una scrittura semplice e lineare), in una biografia di Lee Morgan, scrivendo un libro di facile apprensione, ricco d’aneddoti e curiosità.
La vita del musicista di Philadelphia, non è solo il racconto di una biografia, nel libro diventa una breve storia della situazione sociale e politico di allora, e per questo è interessante capire i movimenti che stavano dietro ad un genere musicale come il jazz.
Dopo una brevissima prefazione di Enzo Bettinello, giornalista jazz di Blow Up, Perchard descrive -in poco più di trecento pagine- la storia di un gran trombettista.
Dalla tenera età di una Philadelphia nera, ai primi incontri col maestro Clifford Brown, dall’approdo a New York, (La Mecca del jazz, fra gli anni quaranta e cinquanta) ai fondamentali contatti con la grand’etichetta Blue Note Records.
Questa parte di libro (il periodo newyorkese), indubbiamente, è quella più affascinante, delle mitiche e celebri jam session al Birdland, quella in cui Morgan divenne uomo del jazz.Il resto del libro fra alti e bassi, non stanca mai, come la breve storia di Lee, che a soli 33 anni, morì tragicamente per mano armata della compagna, Helen Moore, che lo uccise per futili motivi alla fine di un concerto.

Luigi La Delfa

Nessun commento: