venerdì 29 gennaio 2010

Jazz for Haiti


Titolo di un brano di Charles Mingus, "Haitian Fight Song" è la sigla dietro la quale numerosi jazzisti italiani si sono riuniti per una doppia maratona benefica. I concerti serviranno a raccogliere soldi per il fondo emergenze di Medici Senza Frontiere, e a finanziare l'intervento dell'organizzazione umanitaria ad Haiti. Il progetto, nato da un'iniziativa del contrabbassista Riccardo Fioravanti e rapidamente diffusosi grazie a Facebook, include - tra gli altri - Lara Iacovini, Enrico Rava, Aldo Zunino, Renato Sellani, Franco Cerri, Tullio De Piscopo, Franco D'Andrea, Antonio Faraò, Gigi Cifarelli, Laura Fedele, Attilio Zanchi, Paolino Dalla Porta, Bebo Ferra, Andrea Dulbecco, Giovanni Falzone e tantissimi altri, già confermati o in via di conferma. La maratona - tra concerti e jam session - si svilupperà in due tranche: dal 31 gennaio al 2 febbraio a Milano, Genova, Brescia, Ferrara e Cordenons (PN); dal 20 al 22 febbraio a Bologna, Ferrara, Roma, Napoli, Bari, Ancona, Pescara, Firenze, Cagliari, Torino. Altri appuntamenti sono in via di definizione: per sostenere l'iniziativa, contattare gli organizzatori e scoprire il calendario completo, visitate la pagina facebook di Italian Jazz for Haiti. Ufficio stampa: Studio Musica.
www.giornaledellamusica.it

Cenare in libreria

Notturne, mangerecce, esoteriche, sportive, marinare, femministe, girotondine, fasciste, erotiche, religiose, modaiole, «musicose», low cost. Altro? Metà delle librerie italiane è così: posti in cui non si va per comprare best seller ma per cercare risposte a interessi solo nostri. Oppure - ed è questa la novità - luoghi in cui incontrarsi e socializzare con chi la pensa come noi.

Il cibo
Nei bastioni delle mura cinquecentesche di Palermo, vicino Porta dei Greci, il Kursaal Kalhesa è una libreria «ipogea», ricavata nei sotterranei di palazzo Forcella-De Seta. Fuori ci sono il mare e il quartiere della Calza: fino a pochi anni fa non esattamente un posto per dandy e signorine. Se l'atmosfera è cambiata qualcosa si deve anche a questa libreria, dove non ci sono solo libri ma anche salotti in cui leggerli, un giardino in cui prendere il sole e un ristorante. È l’esempio di una contaminazione cibo-cultura-libri che da Palermo ha risalito la penisola. E così si legge, si sente musica e si mangia anche al «Bibli» di Roma, in pieno Trastevere, o da «Libri e caffè» a Milano.

«L’abbinamento tra lettura e cibo - spiega Giovanni Peresson, direttore dell'Ufficio studi dell'Aie, l’associazione degli editori - è una delle esperienze più riuscite del fare libreria negli ultimi anni. Al libraio serve per sostenere i costi, al cliente per ribadire che la lettura è un piacere come gli altri, per esempio il mangiare». Talmente vero che ad Alba (Cuneo) Clemente Inaudi e Gigi Marchisio hanno aperto «I piaceri del gusto», sottotitolo: «Enolibreria». Il vino e le cose buone, con tutta la cultura che c'è intorno.

I viaggi
«Non c'è vascello che come un libro possa portarci in contrade lontane» scriveva la poetessa americana Emily Dickinson (di per sé del tutto stanziale), e sarà forse per questo che dopo il cibo è il viaggio a essere declinato spesso insieme al libro. «La libreria del viaggiatore» a Roma, in via del Pellegrino (nomen omen), non risponde solo all'esigenza di chi deve partire, ma è anche una biblioteca sul viaggio. Analogamente le librerie del mare - ce ne sono a Milano, Roma, Palermo - raccolgono gli appassionati delle onde.

Il cinema
Contro la concorrenza spietata e inarginabile dei grandi bookstore, dunque, le piccole librerie si specializzano e coltivano nicchie settoriali e spesso ricche. D’altronde ogni anno si pubblicano in Italia circa 54 mila titoli, molti di questi hanno vita breve sugli scaffali e chi ha interessi specifici rischia di non trovarli più . E allora ecco che i cinefili vanno a colpo sicuro, nella «Libreria del cinema» di Roma o di Milano. In quest'ultima città possono rivolgersi anche alla «Libreria dello spettacolo» o alla «Babele», mentre a Roma una ricca offerta è presente nel mega-shop dell'Auditorium.

Grande scelta anche per tifosi dell'agone: il marchio «Libreria dello sport» è presente in varie città come Milano, Torino, ma anche Pesaro. A Parma, capitale verdiana, non poteva mancare una libreria sulle stesse corde. C’è infatti «Musidora»: pane per tutti, dai melomani ai rockettari. La «Libreria del fumetto» di Milano (così come «Little Nemo» a Torino), invece, non vende solo ciò che promette, ma soprattutto fantastiche e costose tavole originali dei personaggi più noti.

La notte
«I veri libri - diceva Proust - devono essere figli non della luce e delle chiacchiere, ma dell’oscurità e del silenzio». Per questo c'è chi ha pensato ai libri per gli insonni e gli amanti della notte. Nel borgo antico di Biella c'è «La civetta», luogo che evoca le taverne fumose di un tempo: al piano terra i piaceri del palato, a quello superiore quelli dello spirito, sollecitati da libri raffinati. Il tutto fino alle ore piccole. Anche nella Bari vecchia, a ridosso del fortino, c'è una libreria che preferisce la luna al sole: «La Gaia scienza» di evocazione Nietzschiana e a attenta ai temi esoterici. Sempre a Bari vecchia c'è anche «La terra di Tule», vicina alla società «Tolkieniana»: fantasy, ma anche simpatiE per il pensiero di destra tra il celtico e il neopagano.

È tutto? No, ci sono le piccole librerie per grandi minoranze: le molte «Librerie delle donne», le sempre più diffuse librerie gay. Un’ultima chicca: «Mondobizzarro», a Roma, ha tutto sull'erotismo, comprese stampe d'epoca, illustrazioni artistiche, cartoline, letteratura amorosa e, va da sé, «istruzioni per l'uso».
Raffaello Masci
www.lastampa.it