mercoledì 24 febbraio 2010

A piè del colle scorre il Lambro

"A piè del colle scorre il Lambro, limpidissimo fiume e benché piccolo…”, scriveva Petrarca nel 1353. Oggi, invece, il Lambro è nero e torbido: nella città del fare, la Milano un tempo da bere e oggi da sputare, scorrono infatti copiose le acque appena avvelenate del Lambro – petrolio e gasolio in quantità apocalittiche che qualcuno ha versato stanotte dai serbatoi di una lumbardissima società che si chiama, guarda caso, Lombarda Petroli di Villasanta.
Non vi dico il puzzo: come stare accanto ad una pompa di benzina lunga decina di chilometri. Le esalazioni ti aggrediscono la gola, ti fanno venire il mal di testa: mi è bastata una mezz’ora al Parco Lambro per “assaggiare” la miscela lambrificata. Bianche come il latte spiccano in mezzo al Lambro che ritaglia il Parco tre barriere per filtrare le acque, però è una misura che rallenta ma non trattiene i veleni. Il fiume, già una mezza cloaca dalle acque perennemente color della cacca – e pensare che il nome Lambro significa fiume dalle acque chiare, limpide…- trasporta verso il Po tonnellate di idrocarburi e sprigiona olezzi da scarichi selvaggi di Tir, contribuendo a mantenere intatta la reputazione milanese di metropoli impunita inquinatrice della Padania.
I politici del fare, poi, non perdono occasione per sparare baggianate: ”La priorità è che vengano stabilite in tempi padani le responsabilità, perchè questo scempio non passerà certo senza nomi e cognomi dei colpevoli”, ha dichiarato Paolo Grimoldi, deputato monzese della Lega Nord. Grimoldi assicura d’aver richiesto l’intervento del Viminale e di avere ottenuto un incontro con Stefania Prestigiacomo, il ministro dell’Ambiente. “Oltre al lavoro che sta già svolgendo la Protezione civile – ha aggiunto il deputato del Carroccio – faremo in modo che vengano attuate tutte le misure per contenere i danni di questo disastro ambientale e riportare il prima possibile la situazione
alla normalità”.
Leonardo Coen

lunedì 22 febbraio 2010

Jazz al Piccolo

La dodicesima edizione della rassegna Jazz al Piccolo - Orchestra Senza Confini imperniata sull’orchestra stabile dei Civici Corsi di Jazz di Milano, conferma l’originalità di una proposta unica nel suo genere e basata su progetti originali, tutti in prima esecuzione assoluta, che coinvolgono pagine contemporanee e recuperi di capolavori della storia jazzistica di tutte le epoche e stili. Un’operazione artistica, culturale e formativa che coinvolge i giovani, i professionisti affermati, i grandi maestri, ponendoli insieme sullo stesso palcoscenico per realizzare concerti che sono il frutto di una precisa direzione artistica. La nuova stagione si apre con uno sguardo agli autori di musiche per film più vicini al mondo del jazz, che dà un seguito ai programmi dedicati a Nino Rota, Ennio Morricone e Armando Trovajoli. Questa volta l’omaggiato, in un concerto veramente unico, sarà Piero Piccioni, autore di musiche di impronta jazzistica che hanno accompagnato un cospicuo numero di film, compresi quelli di Alberto Sordi. La stagione prosegue con un grande classico, Italian Jazz Graffiti, che ogni anno presenta dieci solisti italiani, scelti tra generazioni e correnti stilistiche differenti, in una grande festa della musica e dell’incontro artistico. Ci sarà ancora il Mondo Musicale di…, serata dedicata a un musicista italiano di altissimo profilo: Gianluigi Trovesi. La rilettura storica verrà invece costruita intorno ad alcune celeberrime pagine scritte da Gil Evans per la tromba di Miles Davis, con ospite Fabrizio Bosso e con un organico orchestrale che riunisce musicisti della Civica Jazz band e della J.W. orchestra di Marco Gotti. Dedicata alla multimedialità, rappresentata dalle fotografie di Pino Ninfa, sarà invece la serata dedicata al Sudafrica, pensata alla vigilia dei mondiali di calcio, e in particolare alle musiche del pianista Abdullah Ibrahin - Dollar Brand, con ospite il grande clarinettista Gabriele Mirabassi e gli arrangiamenti originali di Intra e Ottaviano. Come sempre, la manifestazione cura anche la formazione del pubblico proponendo introduzioni ai concerti curate come agili guide all’ascolto. In apertura della stagione 2009/2010, verrà presentata la mostra fotografica di Roberto Cifarelli dedicata alle passate edizioni della rassegna. Programma 7 dicembre 2009 Il jazz di Alberto Sordi La musica di Piero Piccioni direttore Enrico Intra Prima del concerto, inaugurazione della mostra fotografica di Roberto Cifarelli Jazz al Piccolo – Emozioni e Immagini 15 febbraio 2010 Italian Jazz Graffiti solisti Claudio Allifranchini, Stefano Bagnoli, Gigi Cifarelli, Laura Fedele, Patrizio Fariselli, Piero Leveratto, Alberto Mandarini, Carlo Morena, Paolo Tomelleri, Riccardo Zegna direttori Enrico Intra e Massimo Nunzi 22 marzo 2010 Il mondo musicale di Gianluigi Trovesi solista ospite Gianluigi Trovesi (sax alto e clarinetti) direttore Enrico Intra 12 aprile 2010 Miles Davis – Gil Evans Civica Jazz Band e J.W. Orchestra solista ospite Fabrizio Bosso (tromba) direttore Enrico Intra 7 giugno 2010 Dall’apartheid ai Mondiali Omaggio al Jazz Sudafricano solista ospite Gabriele Mirabassi (clarinetto) immagini di Pino Ninfa direttore Enrico Intra arrangiamenti Roberto Ottaviano e Enrico Intra Introduzione ai concerti a cura di Maurizio Franco

Pete Townshend: «I fischi all'orecchio mi tormentano: forse lascio gli Who»

MILANO - Pete Townshend lascerà gli Who se il disturbo di cui soffre continuerà a peggiorare. Il leggendario chitarrista combatte, infatti, da anni contro il tinnitus e il fastidio, che sembrava essersi attenuato, è, invece, tornato a tormentarlo durante la preparazione del musical «Floss», diventando talmente insopportabile da costringerlo a prendere in considerazione l’idea di lasciare definitivamente la band e la musica dopo 46 anni di onorata carriera. E pensare che due settimane fa la performance degli Who al Super Bowl (un medley di 12 minuti) era stata salutata come un vero e proprio evento musicale, lasciando presagire un 2010 ricco di impegni per Roger Daltrey e Townshend, che avevano in programma un tour in primavera e una serie di apparizioni ad alcuni festival jazz. Ma l’orecchio malato del chitarrista ha scombinato tutti i loro piani. «Se il mio udito continuerà ad essere un problema – ha spiegato Townshend a «rollingstone.com» – non ritarderemo semplicemente gli show, ma li cancelleremo proprio, perché non vedo davvero come si potrebbe aggirare l’ostacolo».

CHE COS'É IL TINNITUS - Il tinnitus, che è il nome latino dell’acufene, è una patologia che colpisce l’orecchio umano, portandolo a percepire rumori costanti, in forma diversa (che siano fischi, ronzii, pulsazioni o fruscii) ed è causata da molteplici fattori, uno dei quali è l’esposizione continua a suoni di forte intensità (come nel caso del chitarrista) che provocano una progressiva perdita dell’udito. E quando il danno diventa definitivo, non solo non si sente più, ma nell’orecchio si forma un ronzio permanente, che si accompagna al fenomeno del recruitment («rafforzamento») che abbassa la soglia di fastidio alla presenza di un rumore molto forte. In pratica, si sente dolore molto prima degli altri.

IL TEST PER L'UDITO SARÀ «QUADROPHENIA» - Tornando a Townshend, qualche speranza potrebbe essere legata all’utilizzo dell’in-ear monitor (una sorta di cuffiette anti-rumore), come gli ha suggerito lo specialista consigliatogli da Neil Young: il chitarrista sperimenterà il dispositivo nell’unico concerto fissato per il 2010 e non cancellato, ovvero lo show di beneficenza del 30 marzo a Londra, durante il quale gli Who eseguiranno per intero il doppio album, «Quadrophenia». «Sarà un buon test per l’udito di Pete – ha detto Daltrey a "Rolling Stone" – ma non sapremo se funzionerà fino a quando non lo proverà».

LA CAUSA È LA MUSICA AD ALTO VOLUME NELLE CUFFIE - Ma che Townshend non debba farsi troppe illusioni ne è convinto il professor Claudio Albizzati, responsabile del Servizio Otorinolaringoiatria Multimedica di Milano. «Cure vere e proprie per l’acufene non ve ne sono. Le medicine fanno poco, per non dire nulla, e gli stessi “mascheratori”, che sono simili agli apparecchi acustici e producono una serie di rumori bianchi o rosa, funzionano poco e male e sono più teorici che pratici. L’unico rimedio possibile è la prevenzione, ovvero non ascoltare la musica ad un volume altissimo, come invece purtroppo fanno oggi molti ragazzini con le cuffiette dell’ipod, né esporsi volontariamente a suoni di elevata intensità per lungo tempo. Solo il rispetto per le nostre orecchie può, quindi, aiutarci a tenere lontano l’acufene per il quale, lo ripeto, non c’è soluzione ma su cui, al contrario, c’è molta superficialità e disinformazione».
Simona Marchetti
www.corriere.it

martedì 2 febbraio 2010

Ecosia, il motore di ricerca ecologico per salvare l'Amazzonia con il Wwf

ROMA (2 febbraio) - Navigazione consapevole. Ricerche a basso impatto ambientale. Con Ecosia (www.ecosia.org), il nuovo motore di ricerca ecologico, basta un click per salvare, ad ogni ricerca, due metri quadrati di foresta pluviale. Il nuovo progetto, supportato da Yahoo e Bing, è stato presentato a Berlino in concomitanza con il vertice sull’ambiente di Copenaghen, con l’ambizione di sottrarre progressivamente utenza a Google. Obiettivo finanziare un progetto del Wwf in Amazzonia.

Link sponsorizzati. Come? La logica è la stessa utilizzata dal colosso statunitense: la pubblicità. Yahoo e Bing forniscono al nuovo motore di ricerca i link sponsorizzati, mentre Ecosia dona l’80% degli introiti al Wwf, finanziando la tutela della foresta pluviale nella regione di Amazonas, in Brasile.

«Grazie ai link sponsorizzati, i motori di ricerca guadagnano miliardi ogni anno - afferma Christian Kroll, uno dei fondatori del motore di ricerca - Ecosia crede che esista un modo più ecologico per usare questi enormi profitti e ritiene che questi soldi potrebbero servire a combattere il riscaldamento climatico».

Si stima infatti che Google, grazie agli sponsor, guadagni un centesimo di dollaro per ogni ricerca in rete esclusivamente negli Stati Uniti. Se si considera che l’utente medio di internet effettua circa mille ricerche all’anno, «scegliendo Ecosia lo stesso utente medio potrebbe salvare ogni anno due mila metri quadrati di foresta». Una superficie che corrisponde alla grandezza di un campo da Hockey. Su scala globale, secondo i calcoli di Kroll, se solo l'1% degli utenti di internet usasse Ecosia, ogni anno si potrebbe salvare una porzione di foresta pluviale grande quanto la Svizzera.

Energia verde. Tenendo conto del fatto che i server di Ecosia funzionano ad energia verde, limitando al minimo le emissioni di Co2. «Alcuni esperti – continua Kroll – sostengono che una ricerca su Google produca le stesse emissioni di una lampadina in un’ora intera. Con Ecosia tutto questo viene evitato».

Il concetto della tutela della privacy. «Alcuni motori di ricerca – conclude Kroll - conservano le ricerche per alcuni mesi e le analizzano per creare un profilo dell’utente da utilizzare successivamente per scopi pubblicitari. Mentre Ecosia cancella tutti i dati nell’arco delle 48 ore successive alla ricerca, senza analizzarli».

Dieci milioni di ricerche. L’iniziativa, per ora, sembra aver riscosso un discreto successo. Considerando che l’unico strumento di marketing utilizzato per lanciare la nuova creatura è stato il passaparola (tramite mail, o suoi social network) Ecosia nei giorni scorsi ha superato la soglia dei 10 milioni di ricerche, salvando 21 milioni di mq² di foresta amazzonica. Per concorrere alla salvaguardia del pianeta non resta altro che connettersi a Ecosia: una volta scaricato il programma, al termine di ogni ricerca sarà possibile controllare la percentuale di territorio tutelato.
Luca Monaco
www.ilmessaggero.it

Moretti work in progress.....

La notizia è scarna, essenziale, in puro stile morettiano. Ieri mattina, in un gelido lunedì d’inverno, sono iniziate le riprese del nuovo film di Nanni Moretti Habemus papam. Nei panni del protagonista, un Pontefice appena eletto che non sa se riuscirà a svolgere l’incarico che gli è stato affidato, un mostro sacro del cinema internazionale come Michel Piccoli. In quelli dello psicoanalista cui il Papa si rivolge nella speranza di sciogliere il nodo delle sue insicurezze, l’autore nonché sceneggiatore (insieme a Federica Pontremoli e Francesco Piccolo) della pellicola. Le riprese si svolgeranno interamente a Roma, e l’informazione, visto l’argomento, ha il sapore di una vaga presa in giro dei giornalisti assetati di ulteriori notizie. Il film, pronto nei primi mesi del 2011, è prodotto dalla Sacher Film con Fandango, Rai Cinema e la francese Le Pacte. Gli ingredienti per la partecipazione al Festival di Cannes 2011 ci sono già tutti, dal periodo di uscita (inizio anno vuol dire inizio primavera e il Festival francese si svolge a maggio), la co-produzione e naturalmente il nome prestigioso del protagonista. Del cast fanno parte anche Margherita Buy, Renato Scarpa, Franco Graziosi e il regista e attore polacco Jerzy Stuhr, già apparso nel Caimano con il ruolo del produttore Jerzy Sturovsky.

Si sa che la vicenda si apre con la morte del Pontefice e quindi con le immagini del Conclave riunito per l’elezione del successore. Si sa che lo spunto iniziale è la crisi di Sua Santità e che il tono della narrazione, grazie anche al confronto con l’analista Moretti, oscillerà tra momenti bui e problematici e scatti ironici con il tono della commedia. Si sa anche che Moretti è già andato in Vaticano (dove però non sarà possibile ambientare le riprese perché sembra non sia arrivato il necessario permesso), e che il progetto, almeno per il momento, non ha incontrato nessun tipo di opposizione. Quando Nanni Moretti, nello scorso novembre, è apparso sotto le volte della Cappella Sistina, è stato proprio monsignor Gianfranco Ravasi a svelare che con il regista era in corso da tempo un fruttuoso confronto. L’idea che guida la storia non è stata giudicata né irriverente né scandalosa, anzi, sembra sia piaciuta l’immagine di un Papa attraversato da umane debolezze, preoccupato per l’importantissimo compito che lo attende, umile al punto da rivolgersi a un medico per avere aiuto e per chiedergli, nel finale, di ricordarlo nelle sue preghiere. Lo spunto richiama in qualche modo la vicenda reale di Celestino V, incoronato all’Aquila, nella basilica di Santa Maria di Collemaggio, il 29 agosto del 1294. Informato della sua elezione da tre vescovi, il futuro Papa, che, da frate, viveva in una grotta sui monti della Maiella, rifiutò subito la carica. In seguito l’accettò, ma poi, a quattro mesi dall’incoronazione, al termine di lunghe e sofferte meditazioni, decise di abbandonare il Soglio Pontificio.

Insomma, non è la prima volta che si viene a sapere di un Papa oppresso dal senso d’inadeguatezza, solo che ai tempi di Celestino V la psicanalisi non esisteva e quindi le possibilità di superare le paure erano indubbiamente minori. Con il mondo ecclesiastico Moretti aveva già avuto un incontro ravvicinato ai tempi della Messa è finita, Orso d’argento alla Berlinale del 1985. Nel film, che aveva ricevuto l’apprezzamento dei vertici della Chiesa, l’autore è Don Giulio, sacerdote a disagio nella piccola parrocchia della periferia romana dove è tornato dopo essere stato a lungo parroco di una piccola isola. Anche lì, in fondo, vocazione e preghiera non bastavano a risolvere i dubbi dell’anima.
Fulvio Caprara
www.lastampa.it