lunedì 31 marzo 2008

Offlaga Disco Pax

Sempre di Federico Fiume,e sempre su Xl la recensione dell'ultimo album degli Offlaga Disco Pax
Bello!!
Torna a farsi sentire il trio emiliano che con l’album d’esordio Socialismo tascabile ha costituito un vero e proprio “caso” nel mondo della musica indipendente. Questo secondo capitolo appare come uno sviluppo coerente e più ragionato delle promesse insite nel primo lavoro. Max Collini continua a narrare vicende autobiografiche e non, con quello sguardo insieme lucido e nostalgico che così ben descrive la realtà emiliana, ne delinea i personaggi e la loro umanità, ma racconta anche il resto del mondo, visto da Reggio Emilia. Così l’impresa di Vladimir Yashchenko, che nel ’78 stabilì il record mondiale di salto in alto, diviene un primato ideologico socialista in Ventrale, un gambero che vive unicamente in un lago montano del centro Italia il paradigma della costrizione con cui l’oppressione borghese tenta di arginare l’inevitabile trionfo delle masse proletarie in Fermo!, etc. Il linguaggio propagandistico e retorico degli anni della guerra fredda è utilizzato con affettuosa ironia, ma ci sono anche storie personali come Dove ho messo la Golf?, Cioccolato I.A.C.P., Venti minuti, Lungimiranza,che alternano i sorrisi alle emozioni più serie, e l’indignazione ben poco ironica di Sensibile, che riflette sulle vicende dei terroristi neri Mambro e Fioravanti. Le musiche di Daniele Carretti ed Enrico Fontanelli sono il veicolo ideale del flusso narrativo. Anche loro, come i testi, rigorosamente analogiche ed evocative.

24 Grana

L'ultimo album si chiama Ghostwriters,loro sono i 24 Grana da Napoli.Per Federico Fiume di Xl,un bell'album....ed io concordo pienamente con lui!
Sono passati cinque anni da Underpop e i 24 Grana tornano con un cd dove dub, reggae e rock cedono a un approccio più cantautorale e le melodie svettano. Spinta ritmica depotenziata in favore di una maggior raffinatezza e limpidezza di arrangiamenti, allora, con la voce di Francesco Di Bella in primissimo piano, una produzione (di Daniele Sinigallia) attentissima ai particolari. Innovazioni che potranno spiazzare qualche fan di vecchia data, ma che, ascolto dopo ascolto, svelano un fascino sottilmente penetrante. Con ospiti come Riccardo Sinigallia, Marina Rei e Filippo Gatti, i 24 Grana confezionano un lavoro maturo, arricchendo di nuove dinamiche la loro intensità espressiva.
18/04 Milano Leoncavallo.....da vedere!

Ecoburgo, la città del sole

Tanto verde, poche auto. Nella tedesca Friburgo, quartiere Vauban, si vive producendo in casa l'energia che si consuma.
Un articolo di Laura Facchi sempre su Donna di Repubblica,su Friburgo,la città del solare!!

Paradiso post new age

Hana, sull'isola di Maui, è uno strano posto popolato da una comunità di expat alternativi. Che si dedicano all'agricoltura biologica, allo yoga e a godersi le buone vibrazioni della natura sacra delle Hawaii.
Vi segnalo questo viaggio niente male,raccontatoci da Patricia Leigh Brown sul settimanale Donna di Repubblica.
da http://www.dweb.repubblica.it/

domenica 23 marzo 2008

Marco Conidi a Corsico il 3 Aprile

Oggi Pasqua, voglio segnalarvi un cantautore ai più "sconosciuto"(?!?), talentuoso e maturo,Marco Conidi.
Eppure è stato anche a Sanremo per ben due volte......evidentemente non basta!
Sarà in concerto in quel di Corsico(Mi) il 3 Aprile, al Blanco Cafè,un bel cocktail bar alle porte di Milano.
Video Conidi

mercoledì 19 marzo 2008

Hair the tribal love rock musical

Una grande produzione di tre fra le realtà più dinamiche del teatro privato in Italia, il Teatro Colosseo di Torino, il Politeama Genovese e il Teatro Smeraldo di Milano: Hair, il musical che ha segnato la storia dello spettacolo contemporaneo per la sua dirompente trasgressività e carica innovativa lanciando un nuovo genere, l’opera-rock. Lo spettacolo, cantato e suonato dal vivo, è recitato in italiano da un cast di venti giovani talenti selezionati in Italia e negli Stati Uniti mentre le canzoni indimenticabili e ormai entrate nella storia della musica come Aquarious, Ain't Got No, I Got Life, Hair, Let The Sunshine In, riadattate da una straordinaria Elisa alla direzione musicale, sono rigorosamente in lingua originale. Le coreografie sono di David Parsons, geniale coreografo americano, la regia ha la firma di Giampiero Solari.
Un rituale, una celebrazione estatica, una protesta, un happening, una commedia, una tragedia, Hair rompe ogni regola teatrale, come i suoi protagonisti, gli hippies, ruppero ogni norma sociale stabilita.Sono passati 40 anni dal 1968 e dal debutto di Hair a Broadway, e il primo e unico Love-Rock Musical mantiene intatta la sua travolgente forza musicale e la sua freschezza originaria portando nei teatri di tutto il mondo il suo messaggio di pace.In Hair troviamo temi di straordinaria attualità; la protesta contro la guerra, contro l’intolleranza, la brutalità e la disumanizzazione della società. L’amore, la felicità, la libertà come una possibile alternativa. Il messaggio di Hair trascende ogni barriera generazionale o culturale per diventare messaggio universale.
da www.hairthemusical.it

lunedì 17 marzo 2008

BALLATE DI TERRA & D’ACQUA

“Ballate di Terra & d’Acqua” è il nuovo, straordinario album di Massimo Bubola. Un disco di rock d’autore che mette in fila canzoni come grandi alberi. Basta sentire l’incedere epico di un’ouverture come “Sto solo sanguinando”, o le lusinghe affamate di “Una chitarra per due canzoni”, folk ballad d’assalto, intrisa di simboli e letteratura.

Un album perfetto, dagli equilibri preziosi, senza nemmeno un secondo di musica in più rispetto a quelli che ci dovrebbero essere in un disco rock.

Tutti i brani hanno una grande intensità, non c’è praticamente scarto, ogni canzone è un potenziale singolo a dimostrazione di quanto Bubola abbia saputo estrarre dal suo incredibile talento e da una poesia per canzone forgiata dagli anni e dalle esperienze.

Trent’anni di carriera, diciassette album alle spalle, ventidue pezzi scritti con Fabrizio De Andrè, centinaia di migliaia di copie vendute, perfettamente sintetizzati in “Ballate di Terra & d’Acqua”.

Un album prepotentemente rock, che prende la grande tradizione americana di Bob Dylan, Lou Reed, Leonard Cohen, Birds, The Band, Willy De Ville e la innesta e riformula, con sensibilità rara, attraverso rime e figure, memorie e immagini da poeta mitteleuropeo, citando Shakespeare, Rilke, Robert Louis Stevenson, Daniel Defoe e le fiabe nere di Ludwig Thieck. “Ballate di Terra & d’Acqua” è asciutto ed efficace, brillante e luminoso, quarantotto minuti di musica piena di sangue e passione, bianchi e neri, fiori e pioggia.



“Ballate di Terra & d’Acqua” è un album di ballate importanti, luminose, visionarie ed elettriche.

È un album che conferma uno dei più grandi autori italiani, un puro poeta ed uno dei pochi ad aver seguito fin dall’inizio e con coerenza la sua vocazione a sviluppare una letteratura del rock nel nostro paese, già a metà degli anni settanta.

Sono 11 brani, legati alla profondità e alle radici delle storie di terra e alla trasparenza e fluidità delle storie d’acqua.

giovedì 13 marzo 2008

L’Mp3 compie 10 anni

Il primo lettore musicale lanciato nel marzo ‘98 Costava 460mila lire e conteneva solo pochi brani
Il nonno dell’iPod compie dieci anni. E li dimostra tutti. MpMan F10, il primo lettore Mp3 della storia lanciato sul mercato nel marzo del 1998, era grande come un pacchetto di sigarette, aveva una memoria da 32 megabyte e poteva contenere fino a dieci brani musicali. Oggi giace abbandonato in fondo a qualche cassetto, ma ai suoi tempi costava 460mila lire. Per la versione più evoluta, quella che poteva contenere ben 20 canzoni, il prezzo saliva fino a 700mila lire. Aspettando l’iPod. È il 1998. La coreana Saehan information system presenta al CeBit di Hannover il primo lettore Mp3 destinato al commercio su larga scala. È l’inizio di una lunga storia, per un oggetto che da allora è stato venduto in milioni di esemplari in tutto il mondo e ha rivoluzionato il rapporto con la musica. Dopo pochi mesi il mercato si è animato: nel novembre 1999 arriva il modello Hango personal JukeBox PJB100, prodotto da Compaq. Circa un anno dopo, nel settembre del 2000, Creative lancia il Nomad Jukebox: pesava circa 500 grammi e assomigliava molto a un lettore cd. È stato uno dei primi riproduttori di Mp3 con hard disk. Il 2001 si apre con la proposta di Nike Psa play, il lettore «per stare in forma». Ma intanto nel quartier generale della Apple è tutto pronto per il lancio dell’iPod, presentato al mondo il 23 ottobre del 2001. Nuova musica. Da quel giorno Apple ha venduto oltre 70 milioni di iPod, oggi giunto alla sesta generazione. Oltre alla musica, negli anni ha imparato a riprodurre foto e video. Gli ultimi modelli si distinguono inoltre per un sofisticato schermo touch screen (simile a quello del telefono iPhone). Anche i concorrenti si sono evoluti. Nel 2006 Microsoft ha lanciato negli Usa Zune, allora il primo lettore Mp3 con tecnologia wifi. Ma sono soprattutto i modelli Creative a conquistare quote di mercato. Il piccolo Zen Stone da un gigabyte costa 39,90 euro e può contenere fino 500 canzoni. Tutta un’altra musica rispetto al dimenticato MpMan F10.
da www.thepolloweb.blogspot.com

mercoledì 12 marzo 2008

Seattle: oltre il rock’n’roll

di Tiziana Lo Porto
Ma la casa di Cobain l’hai vista?», mi domanda un amico appena torno da Seattle. «No», gli dico rassegnata. «E al Vogue ci sei andata? Lo sai che è lì che i Nirvana hanno fatto il primo concerto, no?», incalza lui. «Sì, lo so, adesso si chiama Vain. È un parrucchiere», dico, e intanto prego che la terza non sia una domanda del tipo: ma hai passeggiato per il parco dove sono state sparse le ceneri di Cobain? Già, perché più o meno è questo il tenore delle conversazioni in cui si rischia di imbattersi dopo un viaggio a Seattle. Quasi che l’unica ragione per infilarsi dentro un volo per quella città e passare lì una settimana o giù di lì possa essere l’irrefrenabile desiderio di rendere omaggio ai Nirvana o al loro defunto leader. Varianti macabre ma possibili: pellegrinaggio alle tombe di Bruce e Brandon Lee; visita alla casa in cui è nato Jimi Hendrix o in alternativa alla tomba dov’è sepolto, passeggiata per il parco in cui andava a strimpellare da ragazzino, e magari, chessò, fare un salto dalla sua prima fidanzata tanto per vedere che faccia ha; andare a stanare dov’è che abitano le sorelle Wilson (le Heart) e fare un salutino anche a loro. Se tutto ciò non vi appassiona, niente paura: a Seattle ci sono un sacco di altre cose da fare. Seattle infatti è una delle più belle città d’America, dove la musica è sì importante, ma andrebbe caricata dentro l’iPod e usata giusto come colonna sonora mentre ci si aggira a piedi tra strade, laghi e colline. O, in alternativa, andrebbe vista dal vivo in uno dei tanti locali della città, per scoprire che sì, il grunge ha fatto la sua parte, ma che adesso qui si suona anche altra musica. Fate un salto da Wall of Sound, al 315 di East Pine Street, nel cuore di Capitol Hill, e scoprirete che è più facile rimediare un disco di Lucio Battisti che una copia di Nevermind dei Nirvana. Oppure consultate il settimanale The Stranger alla pagina concerti e vi renderete conto che in fatto di musica qui c’è solo da scegliere. Unica tappa musicale obbligata, più per ragioni estetiche che altro, è l’EMP (Experience Music Project), ovvero il museo in memoria di Jimi Hendrix creato dal miliardario Paul Allen (nonché cofondatore insieme a Bill Gates della Microsoft) e disegnato da Frank Gehry. Un gioiello architettonico piazzato nel bel mezzo del Seattle Center, a pochi passi dal futuristico Space Needle. Dentro l’EMP, al di là dello spazio permanente dedicata a Hendrix, della galleria sul sound di Seattle, del museo della Science Fiction e delle innumerevoli mostre speciali che spaziano dall’hip hop alla disco music, la cosa più bella è una gigantesca installazione alta più dieci metri e costruita utilizzando 600 magnifiche chitarre, sette delle quali suonano da sole. Il geniale autore dell’opera sonora è Trimpin, artista di culto qui a Seattle (anche se è nato in Germania, negli anni Ottanta si è trasferito qui e non si è più mosso) al punto da ospitare una sua installazione in quasi ogni museo della città. Usciti fuori dall’EMP, provate a salire su Space Needle per una visione d’insieme della città. E non lasciatevi intimorire dalle distanze: il centro di Seattle è piccolo, ed è tutto quanto percorribile a piedi. Un buon punto di partenza potrebbe essere il Pike Place Market, storico mercato della città che si affaccia direttamente sul Puget Sound, l’insenatura dell’Oceano Pacifico dentro cui si trova Seattle. Al piano terra gli stand di fiori, pesce fresco e spezie, e scendendo di uno o due livelli i più disparati negozietti dove scovare giochi di prestigio, fumetti, rockstar di cartone a dimensioni naturali e figurine del baseball. Dopo un giro del mercato, ci si può fermare a guardare l’oceano bevendo il caffè in una delle sale di Lowell’s o nella storica sede del primo Starbucks della città. Risalendo poi lungo Pike o Pine Street ci si ritroverà in pochi minuti sulla Second Avenue, un’infilata di ristoranti, locali e gallerie che costituisce il cuore del vivace quartiere di Belltown.Tappa obbligata sono le adiacenti BVLD Gallery e Roq la Rue, rispettivamente al 2316 e al 2314 di Second Avenue, che ospitano il meglio della scena pop-surreale contemporanea. Risalendo fino all’Undicesima Avenue, all’incrocio con Pike Street, vi ritroverete a Capitol Hill, ovvero il quartiere più amato e abitato da artisti e musicisti locali, e trasformatosi con gli anni in un coloratissimo ammasso di negozi dell’usato e di dischi, caffetterie, ristoranti, taverne e locali live. Nelle stradine esclusivamente residenziali del quartiere soltanto casette colorate con giardini talmente fioriti da non sembrare veri, moltissimi scoiattoli, e niente bandiere americane in bella vista. «Il punto di ritrovo del quartiere, qui a Capitol Hill, è il Cafè Victrola», mi spiega Ellen Forney, artista e fumettista che vive e lavora a Seattle da anni (e che ha appena pubblicato una straordinaria antologia personale che si chiama I Love Led Zeppelin), aggiungendo che «l’11 settembre, subito dopo aver visto in tv le immagini dei due aerei che si abbattevano contro le Torri Gemelle, noi del quartiere ci siamo tutti ritrovati qui da Victrola. Non sapevamo dove andare, venire qui è stata un po’ una cosa istintiva, il primo posto che c’è venuto in mente».E in effetti Victrola è un locale accogliente. Al 415 della 15th Avenue East, oltre che un’ottima caffetteria, è anche uno spazio espositivo e live che ospita regolarmente artisti e musicisti locali e non (per sapere cos’ha in programma basta andare sul sito, victrolacoffee.com). Sempre a Capitol Hill, si può fare un salto al Frye Museum; l’accesso è gratuito e in programma ci sono sempre mostre e installazioni che meritano una sosta di un paio d’ore. Oppure si può andare a passeggiare per il Volunteer Park, fermandosi a guardare l’incantevole giardino delle dalie nascosto in un angolo del parco, a pochi metri dal Seattle Asian Art Museum. O, in ultimo, ci si può dilettare a guardar case: lussuose o dimesse che siano, con giardini più o meno grandi e fioriti, le case di Capitol Hill sono tutte belle. Talmente belle che non rischi di provare nostalgia per le più “antiche” città europee.
da www.xl.repubblica.it

domenica 9 marzo 2008

Fotovoltaico girasole e burocrazia girapalle

Grazie a LifeGate è nato il primo parco fotovoltaico a “girasoli”: i pannelli seguono il sole e consentono di produrre il 30% in più di energia elettrica rispetto ai loro fratelli di pari dimensioni non girevoli. Leggo questa bella notizia sul blog di Luca Salvioli. Purtroppo, a poche righe dal titolo ci ributta nella realtà tutta italiana della burocrazia, delle carte e degli ostracismi allo sviluppo pulito. Se ogni tanto ci fermassimo tutti a riflettere su quante grandi riforme in meno servirebbero se iniziassimo a gestire bene quelle che già ci siamo dati...
da www.marcellosaponaro.it/blog

giovedì 6 marzo 2008

Il trionfo economico dei Nine Inch Nails

Già esaurita la versione deluxe del nuovo album: 2500 copie vendute a 300 dollari l'una.
Due giorni fa ho scritto che gli artisti e le etichette discografiche dovrebbero guardare con attenzione all'operazione Ghosts dei Nine Inch Nails (leggi qui i dettagli).Avevo sbagliato la coniugazione del verbo: non dovrebbero, ma DEVONO guardare con attenzione a un simile progetto.In appena due giorni, a quanto si legge sul sito dell'iniziativa, la band ha infatti esaurito la versione più costosa del disco, quella messa in vendita in 2500 copie limitate al prezzo "mostruoso" di 300 dollari. Facendo una rapida moltiplicazione, vuol dire un incasso immediato di 750,000 dollari, poco meno di 500,000 euro. E tutto questo senza contare il guadagno derivante dalle altre tre versioni a pagamento del disco (digitale a 5 dollari, cd a 10, cofanetto a 75). E le future vendite dei dischi e dei vinili nei negozi. In 48 ore - e con un disco esclusivamente strumentale! - Trent Reznor ha dunque guadagnato un bel po' di soldi. Inoltre lo ha fatto con un progetto che non prende a schiaffi il pubblico, ma lo abbraccia: nove canzoni in download gratuito, file MP3 ad alta qualità, licenza Creative Commons, utilizzo promozionale diretto di The Pirate Bay (il sito BitTorrent più odiato dalle major e più amato dagli appassionati di musica). Soprattutto: dialogo e fiducia.Tutti soddisfatti, insomma.E' anche significativo che i soldoni non siano arrivati da Internet, ma da un cofanetto ultra-analogico, pieno zeppo di vinili. La Rete è stata usata semplicemente come strumento per lanciare e diffondere l'iniziativa. Il perfetto mix tra tradizione e innovazione. Quante band potrebbero seguire lo stesso esempio, facendo contenti tutti i propri fan (sia i fanatici dell'easy-download che i feticisti-collezionisti)?Come si era già detto a proposito dei Radiohead, non è un discorso che vale per tutti. I Nine Inch Nails evidentemente avevano uno zoccolo duro di almeno 2500 fan disposti a fare e spendere di tutto per avere quel cofanetto. Ma questa è la vita: in futuro non esisterà più un "modello unico" che farà contenti tutti (come poteva essere quello dei cd in passato). Ogni artista, a seconda del suo livello di popolarità e delle sue caratteristiche, dovrà studiare una strategia personalizzata. E le nuove "etichette discografiche" lavoreranno proprio in quel campo: magari non produrranno più i dischi, ma studieranno il modo giusto per diffondere la musica dei propri artisti. Attenzione, però, anche in questo caso il verbo può rivelarsi fondamentale: "diffondere" non ha lo stesso significato di "controllare" o "bloccare".
da www.lastampa.it