mercoledì 9 dicembre 2009

George Benson




Songs and Stories è l’ultima fatica di George Benson, classe ’43, che a dire il vero, guardando la copertina dell’album, non sembra proprio un ultra sessantenne.Potenza del maquillage correttivo del viso?
Gossip a parte,Songs and Stories è un album che nasce, dalla collaborazione fra Benson e Marcus Miller, il multiforme bassista newyorkese scoperto da Miles Davis, qui in veste di bassista e co-produttore insieme a John Burk della ConcordRecords.
Dodici canzoni e dodici storie, prettamente bensoniane nella forma e nello svolgimento, scritte da grandi artisti quali James Taylor, Donny Hathaway, Christopher Cross, e unite da un filo conduttore stilistico quasi da concept album.
Accurato ed elegante è gran parte dell’abum, con ospiti importanti come Steve Lukather e Steve Porcaro dei Toto, in Show me the love, pezzo dal forte sapore eighteen con immancabile finale scat di Benson, il suo cavallo di battaglia inimitabile, insieme ai suoi assolo che lo annoverano fra i migliori chitarristi jazz degli ultimi quarant’anni.
Un album smooth jazz nei contenuti, che sconfina in uno jazz-pop piacevole e spesso easy, e che trova in Exotica di Miller e Living in high definition di Lamont Dozier, il suo momento più aulico.
Da segnalare inoltre Don’t let me be lonely tonight di J.Taylor, la title track romantica all’inverosimile, e Sailing di Christopher Cross il giusto epilogo, notturna ed elegante, tanto nel tocco chitarristico di Benson, quando negli arrangiamenti decisamente new age.Non è il capolavoro di Benson, ma un album dignitoso e per certi versi affascinante, per sognatori gentili.

mercoledì 2 dicembre 2009

giovedì 12 novembre 2009

lunedì 9 novembre 2009

giovedì 29 ottobre 2009

Energia pulita, in Lombardia un passo verso la "valle del sole"

Pronto il parco agricolo fotovoltaico a Isso, in provincia di Bergamo

Altri 11 ettari autosufficienti:oltre all'attività agricola forniranno energia pulita a 1.400 famiglie

Un parco fotovoltaico, Agroenergia 2.5, è pronto per funzionare. Da sabato, a Isso, in provincia di Bergamo, permetterà il normale svolgimento delle attività agricole e darà energia pulita agli abitanti della zona, prevedendo anche la creazione di un parco didattico. Il progetto sarà ultimato nel primo semestre 2010 e consentirà di fornire energia a impatto zero a oltre 1.400 famiglie di quattro comuni dell’area di Isso: Barbata, Covo, Fontanella e Antegnate. Il parco fotovoltaico, che si estenderà su 11 ettari, prevede un brevetto che permette di sfruttare meglio l’energia solare rispetto ai classici sistemi fotovoltaici producendo rendimenti più elevati.
Infatti, i pannelli solari sono controllati da un software che ne gestisce la rotazione tenendo conto della costante variazione dell’inclinazione della terra rispetto al sole. In questo modo si ottiene una grande efficienza aumentando la produzione di energia di circa il 35% rispetto ai sistemi classici. . Grazie al sistema Sun Catch System non saranno prodotte emissioni di nessun tipo e la fauna migratoria non subirà alcun disturbo.

LA "VALLE DEL SOLE" - «Questo è un passo fondamentale verso la realizzazione di una vera e propria Sun Valley in Lombardia» secondo i responsabili delle aziende che hanno realizzato questo progetto. Per Daniele Togni, amministratore delegato di NRG AGRIVIS, e Alberto Volpi, amministratore delegato di VIPIEMME Solar “l’inaugurazione di Agroenergia 2.5 è un evento importante in un periodo in cui sempre di più emerge la necessità inderogabile di sviluppare energia pulita». Con Agroenergia 2.5, la Lombardia si conferma la regione più attiva nel settore del fotovoltaico italiano, con più del 15% di impianti sul totale di quelli operanti sul territorio nazionale. Secondo una ricerca sull’energia fotovoltaica in Lombardia della Camera di Commercio di Milano e del Politecnico di Milano sono infatti 6.024 gli impianti installati in Lombardia a giugno 2009, per una potenza che complessivamente sfiora i 57.000 kW, +488% tra 2008 e 2007, e che si stima quadruplicabile nel 2011 con un potenziale complessivo di crescita pari a 6.958 MW tra 2009 e 2020. Il 95% degli impianti attivi in Lombardia riguarda comunque ancora il mercato residenziale.

da www.corriere.it

martedì 27 ottobre 2009

Nonsolopuntaperotti al via sino al 30 gennaio 2010

Nonsolopuntaperotti, il bel concorso per brutte cose

ottobre 27th, 2009

Non solo Punta Perotti, il concorso fotografico a caccia di Ecomostri

Siamo sempre di più a dirlo. Sempre di più a dire che gli ecomostri sono un danno per l’ambiente e per l’economia dell’Italia. E sono anche pericolosi. E siamo sempre di più anche a lanciare concorsi fotografici a caccia di ecomostri… ma questo è il primo, l’originale! ;-)

L’edizione 2009-2010 di Nonsolopuntaperotti, è la quarta. Dall’anno scorso è nazionale e da quest’anno è per ogni tipo di fotografia originale digitale o digitalizzata (non più soltanto per immagini da cellulare).

Il soggetto delle immagini è quello di ogni volta: gli ecomostri, le opere dell’uomo che deturpano e abbruttiscono uno dei paesi più belli del mondo. Perchè “non ci vuole niente a distruggere la bellezza” (cit). E noi cercheremo di distruggere gli ecomostri. Come l’ex Cinema porno di Zingonia, come l’Abergo dei mondiali di Milano.

La giuria è ancora più ampia, sempre qualificata, e un po’ più blogger.

Gli sponsor sono fantastici come sempre e coprono tutti i costi.

Le fotografie possono essere inviate fino al 30 gennaio 2010 esclusivamente via email all’indirizzo concorso@nonsolopuntaperotti.it.

Non manca nulla… per aiutarci a sostenere, promuovere , recensire il concorso e per partecipare.
.

p.s. I Giurati di quest’anno: Angelo Naj Oleari, imprenditore nel settore della produzione e distribuzione di prodotti alimentari e tessili da Permacultura; Cristina Gabetti, giornalista e scrittrice, conduttrice della rubrica Occhio allo spreco in onda su Striscia la Notizia; Edoardo Raspelli, conduttore televisivo; Edoardo Stoppa, inviato di Striscia la Notizia per animali ed ecologia; Fabio Fimiani, giornalista di Radio Popolare; Fabio Treves, fotografo e Bluesman; Guido Pollice, presidente nazionale di VAS Onlus; Luca Conti, consulente per i social media e blogger, Marcello Saponaro, consigliere Regionale in Lombardia, Presidente della Giuria; Massimo Mantellini, giornalista e blogger; Nicola Mattina, consulente ICT e blogger; Silvia Tenenti, fotografa; Walter Fornasa, Professore dell’Università degli Studi di Bergam0.
da www.marcellosaponaro.it/blog

mercoledì 23 settembre 2009

Risparmio energetico californiano

Troppo costosi per la bolletta
la California vieta i maxi schermi

Al bando tv al plasma e Lcd, consumano troppo. Lo Stato inaugura l'eco-rivoluzione. Dal 2011 le super tv risponderanno a criteri ecologici e di risparmio energetico.


NEW YORK - Per uno che viene dal cinema è una specie di rivalsa. Quanto inchiostro versato sul piccolo schermo che si mangiava quello grande? E il boom dell'home-theatre che allontanava sempre di più dai theatre veri, che qui sarebbero i cinema? Vendetta, tremenda vendetta. La California di Arnold Schwarzenegger ha deciso: entro due anni i mega televisori o sono ecologici o non sono ammessi più in casa. Sì, proprio quelle meraviglie flat screen, a schermo piatto, che appese al muro diventano finestroni su un mondo incredibilmente più bello di quello reale, colori sempre vivi e HDTV, cioè tv ad alta definizione, versioni al plasma, versioni Lcd o Lcd Led.

Dal 2011, dice il provvedimento che la California - prima al mondo - varerà a novembre, i supertv dovranno rispondere a criteri di eco-compatibilità e risparmio, che dal 2013 diventeranno ancora più rigidi. Altrimenti, non se ne fa niente. Saranno anche bellissimi ma sono troppo costosi per la bolletta energetica, soprattutto da 40 pollici in su - che è una misura media, lo schermo più piccolo è quello da 19 pollici. Scrive il Los Angeles Times: non si capisce perché la Stato avrebbe dovuto costruire nuove centrali per rispondere al fabbisogno crescente di "American Idol". Perché questa, sostengono gli ambientalisti, era la prospettiva.

L'uso della tv si mangia già il 10 per cento dell'utilizzo energetico in California, e la colpa è soprattutto di tv al plasma e Lcd, segmenti che prima della recessione avevano tassi di crescita del 40 per cento l'anno. Di crescita e di consumo. Il risparmio preventivo sui costi della bolletta energetica è di 8,1 miliardi di dollari: un bel risparmio per uno Stato che deve comunque ricorrere al 30 per cento di importazione energetica.

Naturalmente ogni rivoluzione ha un costo e la preoccupazione dei produttori è prevedibile. Secondo Doug Johnson, Consumer Electronic Assn, l'asticella dei requisiti ambientali è troppo alta: un quarto degli apparecchi sugli scaffali andrebbero rimossi, dice, il mercato ne soffrirebbe, e per di più molti consumatori potrebbero sempre acquistare gli schermi proibiti su Internet.

Con i nuovi standard, i televisori da 60 pollici (e dai 1000 ai 6000 dollari) in su sarebbero già fuorilegge. Ma molti esperti confidano che i nuovi requisiti possano essere raggiunti in tempi brevi - sicuramente entro due anni. Già adesso, spiegano, molti apparecchi, hanno diritto al bollino "Energy Star", che negli Usa contraddistingue i prodotti che rispettano specifiche ambientali e di risparmio.

I più attivi sono quelli di Vizio, un'azienda che, guarda caso, è californiana, e nel primo quadrimestre si è imposta come leader in America sorpassando marchi storici, dalla Sony alla Samsung, con un 21,6 per cento di crescita all'anno. "Alcuni nostri Lcd rispondono già agli standard più duri che verranno richiesti nel 2013", giura il cofondatore Kenneth R. Lowe.

I più spiazzati sembrano invece i consumatori: secondo un sondaggio Zogby, il 57 per cento è contro la proposta. Ma davvero non sanno quello che fanno: grazie alle politiche ambientaliste avviate dalla metà dei 70, i consumi pro capite di energia dei californiani sono rimasti bassi negli ultimi trent'anni, mentre la domanda nazionale è cresciuta del 50 per cento. Per dare un'idea, il consumo pro capite in California è di 0,10 dollari, nello spendaccione Vermont di 5,96 e la media nazionale è di 1,24. Schwarzy può andare orgoglioso del suo popolo. E poi tra due anni lì non potrà neppure.
angelo aquaro
www.repubblica.it

mercoledì 9 settembre 2009

martedì 8 settembre 2009

Cineambiente 2009


Dall'8 al 13 ottobre a Torino,la 12° edizione di Cineambiente film festival

lunedì 7 settembre 2009

Van Jones lascia...peccato!

Accusato di radicalismo, Van Jones costretto a lasciare
Era stato preso di mira per i suoi dubbi sull'11 settembre

Usa, tegola verde per Obama
si dimette il guru dell'ambiente

dal nostro corrispondente FEDERICO RAMPINI


Usa, tegola verde per Obama si dimette il guru dell'ambiente

Van Jones

NEW YORK - La settimana di fuoco di Barack Obama si apre con una sconfitta. Assediato dalla destra che lo accusa per il suo passato di "estremista", deve dimettersi il consigliere della Casa Bianca per l'ambiente, Van Jones. Mentre il presidente assapora l'ultimo giorno di vacanza (oggi è la festa del lavoro) preparando un cruciale discorso sulla riforma sanitaria, l'opposizione repubblicana assapora la riscossa. "Glenn Beck ha avuto il suo primo scalpo", commenta il blog progressista Huffington Post, alludendo all'anchorman della Fox News che nelle ultime settimane ha guidato l'offensiva contro Van Jones.

"Non posso chiedere ai colleghi dell'Amministrazione di sprecare tempo ed energie preziose a difendere il mio passato", è stato l'ultimo commento di Van Jones nel gettare la spugna. La sua uscita di scena è un colpo duro per il presidente. Lo scopre a sinistra e tra gli ambientalisti, facendo scomparire uno dei teorici più innovativi della "rivoluzione verde". E al tempo stesso conferma i pregiudizi della destra più virulenta, convinta che la Casa Bianca sia diventata un covo di sovversivi.

Afroamericano, Van Jones è un personaggio emblematico della parabola politica di tanti militanti neri, dalle posizioni radicali all'impegno riformista. Per due volte nelle scorse settimane, sotto l'assedio della Fox News, ha dovuto scusarsi per il suo passato. Si è detto pentito per aver firmato nel 2004 un appello di intellettuali che conteneva questo passaggio esplosivo: "L'Amministrazione Bush potrebbe aver lasciato che accadesse l'11 settembre, magari come un pretesto per la guerra in Iraq". E ha dovuto fare ammenda perché in un discorso pubblico - prima della nomina alla Casa Bianca - aveva affibbiato un epiteto ingiurioso ai repubblicani ("assholes").

Ma il vero scandalo è il suo passato più remoto. Sul quale gli opinionisti di destra hanno scavato implacabilmente, per crocifiggerlo come un quasi-terrorista. Alla pari di tanti intellettuali neri della sua generazione, Van Jones ebbe un impegno politico su posizioni estreme. Fu membro dell'organizzazione Standing Together to Organize a Revolutionary Movement (dalle iniziali Storm, come "tempesta"), un gruppo dall'ideologia vagamente maoista e terzomondista. Fu militante per i diritti civili in California. Fino alla "conversione verde" degli ultimi anni, quando il suo interesse si spostò sui temi dell'ambiente. Il suo libro "The Green Collar Economy", best-seller nel 2008, ha introdotto nel linguaggio corrente l'espressione "colletti verdi" per indicare i mestieri del futuro, nelle energie rinnovabili e nelle tecnologie ambientaliste. Obama lo aveva voluto al suo fianco per dare sostanza al progetto di rilancio della crescita economica trainato dagli investimenti a tutela dell'ambiente. Le sue proposte dovevano contribuire all'agenda che l'America presenterà il 23 settembre alla conferenza dell'Onu sul cambiamento climatico, poi al vertice di Copenaghen sulla riduzione delle emissioni carboniche.

Nell'orchestrare le accuse contro Van Jones si è distinto Glenn Beck, la nuova star televisiva dei conservatori, definito anche il "televangelista" della destra per i toni ispirati, melodrammatici e apocalittici. Beck parla regolarmente di una "colonna segreta" di comunisti infiltrati da Obama nei gangli vitali del governo per portare avanti un "progetto radicale, rivoluzionario, marxista". I toni virulenti e le tesi improbabili non hanno impedito al suo messaggio di propagarsi. I messaggi di Beck hanno conquistato non solo le frange della destra più oltranzista - come i gruppi di disturbatori che si presentano armati ai comizi di Obama - ma anche l'establishment repubblicano. Riprendendo le accuse della Fox, il deputato Mike Spence la settimana scorsa ha detto che "un estremista come Van Jones non ha diritto di cittadinanza nel dibattito pubblico". E il senatore Christopher Bond ha chiesto l'apertura di un'indagine del Congresso su Jones "per la sua condivisione di sentimenti radicali ripugnanti". Queste tattiche sembrano funzionare. Sulla riforma sanitaria Obama tentenna, forse ritirerà il progetto di un'opzione pubblica perché spaventato dalle accuse di "socialismo". Beck non si sente certo appagato. "Van Jones - dice - è solo la punta dell'iceberg".
www.repubblica.it

martedì 1 settembre 2009


Passion Pit from Massachusetts........stupendo video clip!!!

lunedì 31 agosto 2009

Wilco

In questi giorni sto ascoltando l'ultimo album dei Wilco,dopo aver letto la buona recensione fatta da Rolling Stone Italia.....concordo,è un ottimo lavoro,consiglio di ascoltarlo più volte lo stesso giorno....sarà difficile dimenticarlo......e poi i suoni.....vabbè lo so,il rock è saturo,e troverete qualche affinità già sentita, ma Wilco dei Wilco è veramente una passeggiata di stile e passione,dal sapore vintage,vagamente psichedelico.....Imperdibile!!!

sabato 1 agosto 2009

Ecofestival d'estate musica a impatto zero

Due manifestazioni estive dimostrano che è possibile divertire senza inquinare. Grazie alle energie alternative

di ROBERTO CALABRO'


L'edizione 2008 dello Streamfest

IL MONDO della musica e dei concerti dal vivo è pronto a sostenere la rivoluzione verde. Dagli "eventi-monstre", che bruciano migliaia di kilowatt, si è pronti a passare a un nuovo tipo di spettacoli a zero emissioni, sfruttando le energie alternative. A partire dal solare. Come spesso accade, i segnali di una rivoluzione culturale arrivano dal basso. Non dai mega-eventi delle rockstar, che spesso si dichiarano favorevoli all'energia verde e poi viaggiano su inquinanti jet privati, ma da situazioni più piccole e underground.

Una di queste è lo Streamfest09, un festival internazionale di cultura eco-digitale che si terrà nel Salento dall'1 al 21 agosto. Una rassegna itinerante interamente basata sul concetto di "eco-entertainment", ecosostenibilità nello spettacolo. "Questa è una fase in cui, a livello globale, si torna a discutere di politiche ambientali. Noi di Streamfest - afferma Michele Manca, direttore artistico - avvertiamo la necessità di progettare eventi che riescano a praticare e non solo a predicare l'ecosostenibilità. Il festival vuole provare così a coniugare lo spettacolo e il divertimento con la sensibilizzazione del pubblico verso questo tema".

In programma una rassegna di immagini, suoni, performance e installazioni che vuole celebrare l'incontro tra differenti stili e culture. Musica elettronica live, spettacoli di teatro-danza, workshop, mostre, convegni. In cartellone nomi importanti della scena elettronica come Cassius, Leroy Thornhill dei Prodigy, Matthias Tanzmann. Ci sarà anche l'interessante mostra "Wet and Dry" con le creazioni di arte interattiva come "La scatola di Giotto" del torinese Ennio Bertrand.

Tutti gli eventi saranno alimentati da un sistema di diffusione audio-video a basso consumo grazie a pannelli fotovoltaici. Laddove il fabbisogno energetico dovesse essere superiore al previsto, il sistema "verde" sarà supportato da generatori di corrente che utilizzano biocarburanti. L'illuminazione con lampadine a basso consumo, volantini e materiale informativo in carta riciclata, raccolta differenziata e punti di ristoro attrezzati con materiale biodegradabile.

Ancora più radicale la scelta del Magnolia Parade di Milano, festival a zero emissioni. La rassegna di musica indipendente si terrà all'Idroscalo di Milano dal 2 al 5 settembre e chiuderà la programmazione estiva del Magnolia, il primo locale italiano dove tutti gli eventi sono prodotti interamente a energia pulita, grazie a 100 pannelli solari da 200 watt l'uno e a un investimento di 150mila euro. I gestori del locale hanno calcolato che, attraverso il sistema fotovoltaico appena installato, il Magnolia produrrà in un anno 22.892 kw/h: una quantità di energia che permetterà non solo l'autonomia al club, ma consentirà anche di vendere il surplus.

In termini di emissioni, si parla di 14mila kg di CO2 annui non prodotti. Un bel risultato. Così, il Magnolia Parade sarà il primo importante festival di musica indipendente in Italia a sfruttare l'energia solare. Tra i protagonisti già confermati, la regina dell'electro-clash Peaches, i francesi Nouvelle Vague e, tra gli italiani, l'ex cantante dei 99 Posse, Meg. Quattro giorni di musica, cinque palchi, venti concerti e quaranta dj set. Tutto a zero emissioni.
da www.repubblica.it

venerdì 31 luglio 2009

Eco....Moby

Moby, concerto contro il cambiamento climatico


MobyLo spettacolo di Stoccolma del dj, musicista e cantautore Moby inaugurerà una serie di concerti di sensibilizzazione sul cambiamento climatico. Organizzato dalla Commissione Europea in collaborazione con Mtv Networks International e condotto dal vj Johan Wald, il concerto si terrà il 20 agosto al Teatro Rival nella capitale svedese.
L’evento, che sarà trasmesso su Mtv e anche in streaming online, vedrà la partecipazione di numerosi ambasciatori nazionali.
L’ambasciatrice italiana per la campagna ‘Play to Stop: Europe for Climate’ è la conduttrice Paola Maugeri che si dice molto orgogliosa di essere parte attiva di questa iniziativa. “Quando mi è stato chiesto di entrare a far parte di questo progetto non ho avuto esitazioni: la salute della Terra, che ci ospita, è vitale sia per noi che per le generazioni future. Infatti attualmente - spiega in una nota - stiamo sottraendo risorse proprio alle future generazioni, non stiamo utilizzando quelle ereditate dai nostri predecessori. Stiamo giocando alla roulette russa con l’atmosfera del pianeta, senza pensare che tutto ciò è profondamente impattante sulla nostra vita di tutti i giorni”.
“Il cambiamento climatico è una questione di estrema importanza e siamo arrivati a un punto in cui rischiamo di non poter fare più nulla”, le fa eco Moby, protagonista del concerto. “Sono orgoglioso di far parte della campagna dell’Ue e di Mtv per la riduzione dei gas serra”, ha aggiunto.
Il primo concerto ‘Play to Stop: Europe for Climate’ coincide con la Settimana Mondiale dell’Acqua di Stoccolma, un forum annuale in cui si dibattono i problemi più urgenti del pianeta che riguardano l’acqua. La settimana riunisce esperti, leader e decision makers di tutto il mondo, al fine di scambiare idee, promuovere nuovi modi di pensare e mettere a punto soluzioni.
Quest’anno l’evento vedrà anche l’assegnazione del Junior Water Prize di Stoccolma (patrocinato da Sua altezza reale, la principessa Victoria), un premio conferito ai giovani di età compresa tra 15 e 20 anni che hanno svolto progetti legati al tema dell’acqua, incentrati su argomenti locali, regionali, nazionali o globali di rilievo ambientale, scientifico, sociale o tecnologico.
I concerti rientrano in una campagna europea più ampia, tesa a coinvolgere i cittadini e sostenere gli sforzi dell’Europa perché sia raggiunto un accordo all’importante vertice delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico che si terrà a Copenaghen a dicembre, e supportare le decisioni globali necessarie a contrastare il cambiamento climatico. La campagna, Climate Action - Energy for a Changing World (Azione per il clima - Energia per un mondo che cambia), è stata lanciata quando i leader dell’Ue hanno concordato un ambizioso piano sul clima e l’energia, impegnando l’Europa a ridurre le emissioni di gas serra del 20% rispetto ai livelli del 1990 (del 30%, se si fosse raggiunto un accordo internazionale), aumentare l’utilizzo di fonti rinnovabili fino al 20% della produzione totale di energia e tagliare i consumi energetici del 20% migliorando l’efficienza, il tutto entro il 2020.

http://magazine.quotidianonet.ilsole24ore.com


Treviglio Blues

Questa sera a Treviglio(Bg) un grandissimo del blues.....Louisiana Red
Centro Civico Culturale via dei Facchetti 14 ore 21
Ingresso Libero

lunedì 27 luglio 2009

YouImpact, il fratello “verde” di YouTube!

Oggi diamo il benvenuto al nuovo portale di sharing YouImpact definito da molti come il fratello “verde” di YouTube!

Questa nuova piattaforma di sharing nasce infatti con lo scopo di diffondere la cultura della sostenibilità e dell’ecologia creando una community sensibile al problema e che sia in grado, con il contributo degli utenti, di sostenere concretamente il progetto grazie alla creazione di nuovi metri quadrati di foresta.

YouImpact

Gli utenti potranno inviare i loro contributi sui temi ambientali sotto forma di video, audio e immagini, per ogni contenuto inviato LifeGate con Impatto Zero® provvederà a creare 1 mq di nuove foreste, tutto in modo certificato.
Ogni venerdì sarà poi assegnato un “bonus foresta” ai 50 contenuti più votati nella classifica generale e nei concorsi YouImpact.

Sponsor principale di YouImpact è Cisco che recentemente, con il reality show “eco” Human Network Live Effect, ha dimostrato le potenzialità in campo ambientale delle tecnologie web 2.0. Si tratta di applicazioni online, tra cui i social network, che permettono un’alta interazione sito-utente e che, utilizzate in ambito lavorativo, consentono un notevole risparmio della CO2.

Per coerenza YouImpact è stato presentato il 16 febbraio con una conferenza stampa online a Impatto Zero®. La versione online della conferenza stampa, realizzata sulla soluzione Cisco WebEx per meeting e collaboration sul web, ha infatti permesso ai giornalisti di partecipare all’evento senza spostarsi, evitando così l’emissione in atmosfera di CO2. Inoltre, LifeGate ha compensato le emissioni residue con la riforestazione di un’area verde in Costa Rica.

In occasione del lancio di YouImpact, prende il via “The green effect”, il concorso organizzato da LifeGate e sponsorizzato da Cisco.
Fino al 22 aprile, gli utenti potranno partecipare al concorso postando materiali che mostrano come la tecnologia possa integrarsi con la vita quotidiana per ridurne l’impatto ambientale.
La community stessa decreterà i vincitori, votando i video entro il 22 maggio. I nove contributi migliori riceveranno un Bonus metri quadrati di foresta in Costa Rica.

Non resta che appoggiare questo innovativo e soprattutto concreto progetto che ci dimostra l’importanza ed il ruolo fondamentale che le nuove tecnologie possono avere rispetto ad un tema così attuale e vitale per il futuro del pianeta.

da Pollo

sabato 25 luglio 2009

Case piccole e "verdi" ecco le città ecologiche

In quattro località inglesi verranno edificati ex novo diecimila alloggi entro il 2016. Villette dotate di pannelli solari, di vetri isolanti e di un sistema per il riciclaggio delle acque.


LONDRA - Le città del futuro saranno bruttine, ecologiche e lillipuziane. Le prime quattro verranno ultimate nel 2016 in Gran Bretagna, e conteranno ognuna 2500 case, tutte a consumo zero, poiché dotate delle ultime tecnologie sul risparmio energetico. Ad ogni angolo di strada sarà inoltre possibile ricaricare le auto elettriche, ovunque si potrà prendere in prestito una bicicletta e i servizi pubblici copriranno capillarmente ogni centimetro quadrato dei nuovi centri urbani. Quanto costerà edificare questi avveniristici agglomerati "verdi"? Il primo ministro Gordon Brown, che si è detto fortemente convinto dell'utilità del progetto, ha appena stanziato l'equivalente di 280 milioni di euro.

Lo scopo delle "eco-towns", così sono state battezzate dalla stampa inglese, è anzitutto didattico: i fortunati abitanti delle case pionieristiche dovranno servire da esempio agli altri cittadini del paese. In Inghilterra, infatti, oltre un quarto delle emissioni di CO2 proviene dell'energia di uso domestico. Ora, come ha spiegato Brown, "per ridurre l'impatto delle attività umane sul clima, ognuno di noi sarà primo o poi costretto a risparmiare sui bisogni di acqua, elettricità e riscaldamento". Per questo motivo, nelle quattro nuove città è previsto un consumo energetico bassissimo: ogni villetta sarà ricoperta di pannelli solari, avrà doppi vetri isolanti e disporrà di un sistema per il riciclo delle acque.

In realtà, i piani edilizi di Gordon Brown erano ben più ambiziosi. Se non ci fosse stata un'alzata di scudi da parte di numerose associazione che tutelano il paesaggio, il premier avrebbe chiesto di costruire non diecimila bensì centomila case ex novo nelle campagne inglesi. Perché, gli hanno chiesto gli attivisti, non concentrare piuttosto gli sforzi e i finanziamenti su le circa ottocentomila case che sono state abbandonate nei decenni? Il ministro delle Infrastrutture, John Healey, s'è difeso sostenendo che "il cambiamento climatico è una sfida che riguarda tutti e che le "eco-towns" rappresentano il modo per vincerla. Per ogni famiglia che vi andrà ad abitare prevediamo un risparmio di circa 600 euro l'anno".

Ma c'è ultimo scoglio che dovrà superare il governo di sua Maestà. Sono le associazioni locali, chiamate ad esprimere un parere vincolante sulla costruzione delle città ecologiche. Molte di loro si sono già schierate contro. Temono, in particolare, una carente urbanizzazione stradale attorno ai nuovi insediamenti, e di conseguenza l'intasamento delle vie di comunicazione già esistenti. Altri, invece, si preoccupano delle conseguenze sulla fauna. "Tutto questo - dice il sindaco di un antico paesino della Cornovaglia - per consentire a pochi eletti di avere in cucina un pannello luminoso che indica a che ora passa il prossimo autobus". E' difficile non condividere il suo scetticismo.
di Pietro Del Re
da www.repubblica.it

Rotten e il rock che non muore



Dal beat e la psichedelia degli anni '60 all'indie d’ultima generazione, passando per il punk e la new wave: tra Rolling Stones, Who, Pink Floyd, Iron Maiden, Oasis, Strokes... Si è spesso detto che il «rock fosse morto» e invece rinasce ogni volta come l’araba fenice. O, come i gatti, ha sette vite. «Le 7 vite del rock» sono quelle che illustrerà Enrico Ruggeri in sette episodi su History Channel , ogni venerdì a partire da oggi. Tra filmati d’epoca, ricostruzioni ad hoc, non mancheranno le interviste ai protagonisti: da Rogers Waters dei Pink Floyd a Johnny Rotten (foto) dei Sex Pistols, da Bruce Dickinson degli Iron Maiden a Noel Gallagher degli Oasis.
Le sette vite del rock
History Channel, ore 23

www.corriere.it

martedì 14 luglio 2009

venerdì 10 luglio 2009

Buone pratiche al Magnolia

Rosanna Calabrò
BUONE PRATICHE — A Milano una sezione dell’Arci investe in un impianto fotovoltaico. Vantaggi per tutti. —

Ci sono storie che raccontano di persone e impegno, di condivisione e di lungimiranza. La storia del Magnolia, circolo Arci all’idroscalo, a Segrate, è una storia di ragazzi e ragazze che hanno deciso di non guardare indietro a ciò che è stato fatto in 4 anni - 1.461 giorni di attività socioculturali e concerti - ma di volgere lo sguardo al futuro, investendo nel domani.

Andrea Pontiroli, presidente dell’Arci Magnolia, nel giorno del compleanno del locale presenta il nuovo progetto che trasformerà il circolo in un locale a emissioni zero: «In 4 anni abbiamo completamente rivoluzionato questo posto e oggi, grazie al sostegno della Provincia di Milano e alla fiducia dell’Arci, lanciamo un progetto di pannelli fotovoltaici che non solo si ripagherà in 10 anni ma che è anche la concretizzazione del sostegno reale dei nostri 29mila soci: ecco dove vanno a finire i vostri soldi ».

I 102 moduli fotovoltaici impiantati sul tetto del locale esprimono una potenza di 195W cadauno, per un totale di 20 kWp, in grado di produrre dai 21mila ai 24mila kWh annui, mantenendo stabilità nel tempo (si parla di una resa all’80 per cento anche oltre i 20 anni della vita media dell’impianto, dato in realtà sottostimato), ed evitando contemporaneamente un’immissione di CO2 pari a 14mila kg annui.

L’intero sistema è monitorato attraverso una connessione web nell’arco delle 24 ore, in grado di trasmettere i dati di produzione e il corretto funzionamento dell’impianto; dati accessibili a tutti, visibili su schermi all’interno e all’esterno del locale.

Emanuele Patti, presidente Arci Milano, ha sottolineato l’impegno dell’Arci per sensibilizzare a una maggiore attenzione all’ambiente: «Per contrastare le cattive abitudini quotidiane abbiamo lanciato un dodecalogo per un consumo consapevole e rispettoso del pianeta. “Acqua da tutte le parti”, ad esempio, è una campagna che promuove l’acqua del rubinetto, gratis e buona, anche nei locali pubblici. Un diritto e un bene comune e nessuno spreco di inutili bottiglie di plastica. I progetti per un’energia pulita hanno portato a installare un impianto di pannelli fotovoltaici anche sul tetto del circolo Arci nel quartiere Olmi di Milano. Questi casi esemplari dimostrano come l’associazionismo sia in grado di dare lavoro ai giovani, salvaguardare l’ambiente e offrire servizi al resto della comunità».

Sano divertimento e uso consapevole e rispettoso dell’energia: al Magnolia il progetto è divenuto realtà grazie alla collaborazione tra Provincia, Comune di Segrate, Arci e soci; un investimento di oltre 150mila euro che pagherà, in termini economici, e in termini ambientali.

da www.terranews.it

martedì 7 luglio 2009

sciopero blogger 14 luglio


da Marcello
Ecomusicalia sciopererà il 14 luglio contro il bavaglio camuffato in legge.....il ddl Alfano!!!
Qui un intervista a Roberto Natale,presidente del Fnsi

Erykah Badu domani a Milano


Imperdibile

giovedì 2 luglio 2009

Ecosesso mi raccomando!

Non importa che siate single o coppie di lunga data. Oggi il sesso si fa ecologico, con un tocco sempre più green per soddisfare la propria persona, il partner e anche l'ambiente. Una sorta di triangolo, insomma. Su My Webpage, ecco allora una lunga e impegnativa guida da seguire per fare l'amore salvaguardando l'ambiente. E nulla è lasciato al caso. A partire dallo start: l'utilizzo di afrodisiaci, per alcuni tecnica necessaria. Ma in questo caso, solo ingredienti naturali. Il tartufo bianco ad esempio, o erbe come il Ginseng, la radice di Kava, le foglie di Damiana, il Tribulus, il Ginko Biloba. Per non parlare del classico peperoncino o dello zafferano conosciuto anche come "viagra orientale". Abbellite il tutto indossando lingerie rigorosamente di cotone biologico o materiali a basso impatto ambientale come la soia o il bambù. Intimo biodegradabile e ad impatto zero, altro che pizzi e merletti. E fatevi aiutare, perché no, anche da sex toys. L'importante è che i giocattoli erotici siano bio: vetro borosilicato (per i più coraggiosi, il cristallo), silicone, lattice, caucciù e legno. Vibratori per tutti gusti, quasi fossimo in una gelateria. Un occhio di riguardo anche per la location. Una camera buia potrà andare bene, al massimo illuminata da candele di provenienza naturale come quelle di cera d'api, stearina, soia o palma. E il letto? Banale, ma tra i più gettonati. Occorre però che abbia la certificazione del FSC (Forest Stewardship Council). Un letto, dunque, costruito con legno ottenuto da foreste gestite secondo criteri di sostenibilità ambientale. In caso contrario, a voi la scoperta di nuove ed entusiasmanti posti casalinghi, ad esempio la doccia. Basta accompagnare il tutto da saponi naturali non testati sugli animali e conservati in flaconi in vetro o plastica riciclata. E la contraccezione? Anche quella green. Eco-condom totalmente riciclabili e biodegradabili. Perché il sesso ecologico o lo si fa per bene, o non lo si fa proprio
da http://ciaosilvia.forumfree.net/
via Pollo

martedì 30 giugno 2009

Libra Festival


......da segnalare il concerto dei White Tree

mercoledì 24 giugno 2009

Leoncavallo



Questo giovedì presentiamo un accoppiata cena più film che ha come tema il Mare, i suoi abitanti e i suoi problemi.

Partendo per la gioia dei palati, dall`ultimo passaggio: il piatto in tavola!

Ci sarà un`intera serata dedicata al pesce:

Dalle 18.30 l`aperitivo sostenibile si accompagnerà con del fresco vino bianco proveniente dalla lista dei vini della Terra Trema.

Poco dopo una cena completa di ottimo pesce fresco, e a bassissimo impatto ambientale.

Sarà presente tutta la serata Roberto di Lernia. Biologo presso l`Università degli Studi di Milano, coordinatore dei volontari di GreenPeace di Milano, ed esperto di ecosistemi marini a spiegare un po` il perchè di questa cena e le sue scelte.

Alle 22.10 il documentario: “Salviamo il Pianeta Blu” BBC, 2008, 49` minuti. Sull`argomento in questione con discussione sui problemi del mare.

Il tutto si svolgerà sotto le stelle del cortile principale dello spazio pubblico autogestito Leoncavallo in via Watteau 7, ovviamente a ingresso libero!

VI ASPETTIAMO ! CARPE DIEM !!

Ragna Rock


Parte oggi a Milano il Ragna Rock,festival dedicato alla Scandinavia,fra musica rock ed ecologia.

domenica 21 giugno 2009

New York, apre la High Line Linea verde su Manhattan


I primi visitatori sono stati gli alunni di una scuola elementare di New York, stupiti di attraversare la città passeggiando in un parco sospeso a 10 metri d'altezza e impegnati a non inciampare tra le rotaie e le piante selvatiche. E' appena stato aperto al pubblico, infatti, il primo tratto riqualificato della High Line, la linea ferroviaria in disuso che taglia Manhattan per 2,3 chilometri, lungo le rive del fiume Hudson: quel pezzo di ferraglia e cemento che abbiamo visto in tanti film.

"Invece di distruggere questo pezzo della nostra storia, abbiamo deciso di trasformarlo in un parco assolutamente innovativo" ha dichiarato alla cerimonia di inaugurazione il sindaco di New York, Michael Bloomberg. La sezione attualmente completata, di quello che i newyorkesi hanno già ribattezzato Park on the Sky, copre gli 800 metri che separano la 20esima strada a Chelsea da Gansevoort Street nel Meatpacking District, l'ex distretto dei mattatoi dove sorgerà il Whitney Museum of american Art progettato da Renzo Piano. Percorrendo la vecchia ferrovia per intero si sorvolano i taxi ed i passanti immersi nel traffico, e si incontrano, orti segreti, aree a prevalenza boschiva, zone lasciate alla proliferazione spontanea del verde selvatico, ringhiere ricoperte d'edera, balaustre art déco e graffiti metropolitani. Una riqualificazione urbana inserita all'interno di un progetto ben più grande: la creazione della "Città del domani".

L'ultima tendenza. Il termine "agritettura", coniato dalla fervida fantasia dei newyorkesi, deriva dalla commistione di architettura e agricoltura. Il progetto di riqualificazione della High Line ne è il primo esempio. L'obiettivo è molto semplice: recuperare delle aree industriali dismesse restituendole alla natura, piantando alberi e colture nel rispetto della biodiversità per rendere la città più vivibile, verde e rilassante.

La storia. Fin dagli anni Trenta questo nastro d'acciaio e cemento riforniva la città di latte, carne e materiale da costruzione, viaggiando tra i blocks, a due piani da terra, ma l'ultimo treno è transitato nel 1980 con il suo carico di tacchini surgelati. Dagli anni Sessanta la High Line è caduta progressivamente in disuso e in alcuni tratti è stata addirittura demolita. Ciò che ne è rimasto, la natura se l'è ripreso, coprendo i binari con erba, alberi ed arbusti spontanei. Una "greenway", una "via verde" sospesa nel cuore della Grande Mela che grazie alla determinazione di due abitanti del quartiere è stata trasformata in un parco simile alle Promenade Plantée di Parigi.

Il percorso. La linea ferroviaria in disuso parte dalle gallerie d'arte di Chelsea sulla 34ma strada per arrivare alla Gansevoort Street nel West Village, quartiere che comprende il famoso Greenwich Village e il Meatpacking District, dove al posto dei vecchi mattatoi sono nate boutique, ristoranti, pub e alberghi: il regno della vita notturna cittadina, con club famosi in tutto il mondo come il Cielo, il Level V o il Buddha Bar.

L'investimento. Per riqualificare la High Line, Michael Bloomberg, il sindaco della Grande Mela, nel 2004 ha stanziato ben 50 milioni di dollari. Solo il costo della prima sezione è arrivato a 152,3 milioni: 112,2 dei quali forniti dalla città, 20,3 dal governo federale e 400 mila dallo stato, mentre il rimanente è stato raccolto dai volontari privati di Friends of the High Line.
Lara Gusatto
www.repubblica.it

Moby


Moby è ritornato,e su Repubblica potete ascoltare l'anteprima audio-video.....

mercoledì 10 giugno 2009

Joris Roelofs e......

Su Jam di giugno

Tripla uscita per la label Material Records, dell’apprezzato chitarrista jazz austriaco, Wolfgang Muthspiel (Pat Metheny, John Patitucci) cresciuto professionalmente negli States.
Leit motiv dell’etichetta sono i giovani musicisti promettenti, come Joris Roelofs.
Nativo d’Aix en Provence (Francia), Joris è un giovanissimo sassofonista jazz, il Francesco Cafiso d’Oltralpe, qui nell’album di debutto, Introducing
Classe 1984, Joris, è gia una stella nascente del jazz, col suo sax (suona anche flauto e clarinetto) dal suono elegante e deciso.
Il debutto convince ampiamente, è Introducing è un album molto bello è ben strutturato, pieno di riferimenti azzeccati e finissimi.
I Fall in Love, del songwriter americano Jule Styne, un cool jazz elegante suonato da Joris in maniera impeccabile, Background Music cover del sassofonista Warne Marsh (l’altra metà di Lee Konitz e della Cool School) e ancora Francisca di Toninho Horta e Skylark del compositore Hoagy Carmichael.
Dieci tracce per un esordio con i fiocchi, consigliato agli amanti del buon jazz d’autore e a chi piace l’ atmosfera vagamente sudamericana, tema sonoro largamente diffuso nell’album.
Secondo album in questione Glow di Dhafer Youssef e Wolfgang Muthspiel.
Qui il patron dell’etichetta Material, affianca un giovane cantante tunisino, Youssef, una voce particolarissima e mistica, frutto della sua cultura Sufi.
Youssef canta e nello stesso tempo suona l’Oud.un liuto arabo dal suono ipnotico, ma la vera sua forza è la voce,un timbro particolarissimo,capace di tonalità gravi e acute!
Basta sentire la title track Mon Parfum, per entrare a pieno titolo in un mondo fatto di misteri e religiosità, dove la voce di Dhafer diventa lamento fisico e spirituale, o in Babylon, dove la ritmica ossessiva del bassista Matthias Pichler, si unisce alle doti chitarristiche di Muthspiel, e alla voce da mujaheddin di Youssef.
Alla lunga stanca un po’, ma resta lodevole il tentativo di condividere culture musicali diverse, con un approccio etno-jazz in parte evidente.
Il terzo album è un progetto sonoro molto particolare, e s’intitola From a Dream.
Loro sono gli MGT, acronimo di Muthspiel (l’instancabile chitarrista della Material), Slava Grigoryan, giovane chitarrista d’estrazione classica, australiano ma d’origini kazake, e Ralph Towner, chitarrista americano virtuoso, conosciuto ai più nel circuito della label Ecm.
Tre guitar hero accomunati dalla passione per la world music, i suoni meditativi e il jazz.
La regia appartiene a Ralph Towner (tre quarti d’album portano la sua firma), ma l’intesa fra i tre è il punto di forza dell’album.
I momenti più belli in Tammuriata, che apre il disco, sette minuti di virtuosismi, fra nostalgici echi flamenco e riferimenti (molto accademici) alla musica del sud dell’Italia.A seguire Beneath an Evening, suadente e meditativo lounge sound d’autore, e poi una cover di Nardis di Miles Davis, qui potete trovare il meglio dei tre fra tecnicismo e classicità.
Luigi La Delfa

Lee Morgan

Su Jam di Giugno

“Nella primavera del 1964 I Jazz Messenger sono sul palco di un club, pronti a dare via al set.
Lee Morgan non si è visto, quindi qualcuno va a cercarlo. Morgan è in camerino, mal ridotto a terra con la testa contro un radiatore fumante”.
La storia del trombettista Lee Morgan è fatta anche di questi spiacevoli episodi, dei suoi rapporti con la tossicodipendenza, ma è la storia anche di un grande jazzista che caratterizzò la musica nera, a cavallo fra gli anni cinquanta e i primi anni settanta.
Qui Tom Perchard, giovane giornalista musicale inglese di Wire Magazine, si cimenta (con una scrittura semplice e lineare), in una biografia di Lee Morgan, scrivendo un libro di facile apprensione, ricco d’aneddoti e curiosità.
La vita del musicista di Philadelphia, non è solo il racconto di una biografia, nel libro diventa una breve storia della situazione sociale e politico di allora, e per questo è interessante capire i movimenti che stavano dietro ad un genere musicale come il jazz.
Dopo una brevissima prefazione di Enzo Bettinello, giornalista jazz di Blow Up, Perchard descrive -in poco più di trecento pagine- la storia di un gran trombettista.
Dalla tenera età di una Philadelphia nera, ai primi incontri col maestro Clifford Brown, dall’approdo a New York, (La Mecca del jazz, fra gli anni quaranta e cinquanta) ai fondamentali contatti con la grand’etichetta Blue Note Records.
Questa parte di libro (il periodo newyorkese), indubbiamente, è quella più affascinante, delle mitiche e celebri jam session al Birdland, quella in cui Morgan divenne uomo del jazz.Il resto del libro fra alti e bassi, non stanca mai, come la breve storia di Lee, che a soli 33 anni, morì tragicamente per mano armata della compagna, Helen Moore, che lo uccise per futili motivi alla fine di un concerto.

Luigi La Delfa

Wayne Shorter-Live a Montreux 1996

Su Jam di giugno

Live a Montreux 1996, quell’anno, le location della ridente cittadina svizzera, accoglievano gente del calibro di Carlos Santana, Van Morrison e Little Richard, confermando l’apertura del Festival a personaggi musicali non propriamente d’ispirazione jazz.
Il concerto dell’ex Weather Report Wayne Shorter, accompagnato da un ottimo quartetto, (fra tutti David Gilmore alla guitar e Alphonso Johnson al bass), è l’appuntamento in dvd dei live a Montreux dell’etichetta Eagle Vision.
Shorter non ha bisogno di presentazione, essendo uno dei più grandi saxophone della storia della musica jazz.
Qui, a sessantatré anni, Wayne ha gia scritto gran parte della sua vita musicale, e presenta il conto all’entusiasta pubblico con pietre miliari del suo repertorio, fra tutti On The Milky Way Express, elegante e ricercata, una vera goduria, i suoi assolo inconfondibili cosi come lo stile, hanno fatto la storia del jazz/rock.Poi ancora At The Fair altro capitolo essenziale di puro fusion da intenditori, dove spiccano la performance rock di Gilmore e la tecnica straordinaria di Johnson, oggi uno dei più acclamati bassisti del pianeta.
Imperdibili le bonus track, che non sono un valore aggiunto al dvd, ma molto più.Ai
sessanta minuti iniziali (1996), si aggiungono spezzoni di Shorter a Montreux nel 1991, e nel 1992.
La prima line up (1991) con Herbie Hancock al piano e Stanley Clarke al basso, è considerevole, e Footprints è una perla difficile da scordare.
La seconda line up (1992) è quella del tributo a Miles Davis, col gigante Ron Carter al basso, Hancock al piano e il giovane Wallace Roney alla tromba nella veste di Miles in Pinocchio e Pee Wee/Theme.
Due grandi motivi, per una grande tribute band che ha vissuto in prima persona l’esperienza con il grande Miles Davis.
Luigi La Delfa

David Sanborn-Live a Montreux 1984

Su Jam di giugno....

Continuano con una certa frequenza, l’uscita video dei live a Montreux, dell’etichetta Eagle Vision.
Questa volta tocca al sassofonista americano David Sanborn, in quintetto con Hiram Bullock alla chitarra, Tom Barney al basso e Larry Willis e Buddy Williams, rispettivamente al piano e percussioni.
Tanti gli episodi da raccontare, ma il peso specifico del live, sono tutti rappresentati dal romanticismo smooth jazz che fuoriesce dal sax tenore di David Sanborn, qui, in un periodo di gran notorietà, nonché dall’estro rassodato (ad appena 30 anni) di Hiram Bullock.
Hideaway in apertura e I Told U So, sono la parte fusion del concerto, quella più easy e spontanea, con continui duetti mozzafiato di David e Hiram, ispirati al punto giusto.
La parte più “toccante” è Straight to the Heart, qui Sanborn rende evidente la sua straordinaria tecnica musicale, che lo annovera a soli 40 anni, come uno dei più grandi alto sax del periodo (gli anni ’80).
C’è posto per i personalismi e per graditi ospiti.
Guitar Solo, è una lezione di stili musicali, condensati da Bullock in poco più di cinque minuti, jazz, bossa nova, blues e funky, a dir poco mirabile la sua performance.
In Piano Solo tocca a Larry Willis (key negli anni ’70 dei mitici Blood, Sweat and Tears) dare dimostrazione di se, con un’esemplare esecuzione classical jazz and blues, raffinatissima.
L’ospite è la songwriter Ricky Lee Jones (appena sobbalzata dal letto,vedere per credere!) alle prese con la popular song Autumn Leaves, struggente e motivata la sua interpretazione.
In conclusione, se non bastasse, l’immancabile Bonus Track, trenta minuti tratti dal live del 1981oltre a Sanborn spiccano Marcus Miller al basso ed una promessa della chitarra Robben Ford.
Luigi La Delfa

Eco-profughi

Sei milioni di persone ogni anno sono costrette ad abbandonare le loro case a causa degli effetti del surriscaldamento del pianeta cambiamenti climatici. Un numero che per il 2050, secondo le stime dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr), potrebbe riguardare 200-250 milioni di persone. È questo il profilo dell’emergenza umanitaria degli eco-profughi, i nuovi migranti in fuga da desertificazione, inondazioni e effetti del riscaldamento globale, illustrata oggi a ‘Terra Futurà da Legambiente attraverso il dossier ‘Profughi ambientalì. A discuterne Maurizio Gubbiotti, coordinatore della segreteria nazionale di Legambiente, e Sergio Marelli, direttore generale di Volontari nel mondo Focsiv. Il lavoro dell’associazione ambientalista mette insieme dati e studi effettuati da varie agenzie delle Nazioni Unite -Ipcc, Undp, Unhcr, Unicef- per dare un quadro complessivo del fenomeno migratorio innescato dal cosiddetto ‘global warming’. Dei 6 milioni di profughi ambientali previsti dall’Unhcr, la metà sarà causata da catastrofi naturali, inondazioni e tempeste, mentre gli altri 3 milioni di sfollati si sposteranno in seguito ai progressivi cambiamenti ambientali come l’innalzamento del livello del mare e la desertificazione. Fino a ora le guerre erano la principale causa delle emigrazioni di massa oggi invece, ha spiegato Gubbiotti, «il numero dei profughi ambientali ha superato quello dei profughi di guerra da circa due anni». Eppure, ha sottolineato, «non si riesce a dare loro assistenza in modo adeguato, perchè giuridicamente non esistono, non sono riconosciuti come rifugiati dalla Convenzione di Ginevra del 1951, nè dal suo Protocollo supplementare del 1967». Ora, ha continuato Gubbiotti, «dobbiamo far capire che le molte questioni legate all’ospitalità e all’accoglienza nei nostri Paesi devono in primo luogo essere affrontate attraverso un serio impegno collettivo nella lotta contro gli effetti dei cambiamenti climatici». Le tragiche conseguenze del surriscaldamento del pianeta sono già una drammatica realtà in molti Paesi. È il caso della Namibia, dove 350mila civili sono stati colpiti dalla recente inondazione dovuta alle piogge torrenziali iniziate a gennaio. Il 50% delle strade e il 63% dei raccolti è a rischio, con gravi danni per l’economia e per la sussistenza: secondo l’Onu 544mila persone potrebbero confrontarsi con un’insufficienza di cibo tra il 2009 e il 2010. Dati poco confortanti anche in Angola, dove 160mila persone hanno subito inondazioni, ma è un numero destinato a crescere. E ancora, in Birmania, il ciclone Nargis nel maggio 2008 ha fatto 140mila vittime, colpendo anche altri 2-3 milioni di persone e costringendo 800mila persone a sfollare. Anche l’Italia ha già iniziato a scontare gli effetti del riscaldamento globale in quanto area mondiale «a più alta vulnerabilità in termini di perdita di zone umide e in particolare degli ecosistemi e della biodiveristà marino-costiera», hanno riferito da Legambiente. Lo studio dell’organizzazione prevede che saranno sommersi circa 4.500 chilometri quadrati del territorio nazionale, distribuiti in prevalenza al sud, in cui si concentreranno la maggior parte delle aree che andranno incontro a una progressiva desertificazione. Per le agenzie umanitarie si prospetta l’adozione di provvedimenti senza precedenti: secondo le ultime previsioni, dovranno moltiplicare per 10 o per 20 le loro riserve d’emergenza.
grazie a Max

Aria di casa mia

Un simpatico sito che permette in tempo reale di sapere quale sia la qualita' del aria della tua citta. Inserisci la localita' e avrai subito tutte le notizie sulla quantita' di sostanze nocive presenti ,i posti dove si puo' fare sport,e quelli dove l' aria e' insalubre.

mercoledì 27 maggio 2009

sabato 23 maggio 2009

venerdì 15 maggio 2009

Niccolò Fabi....nuovo singolo!

Bello,decisivamente bello il nuovo singolo di Niccolò Fabi in uscita a fine maggio,elegante malinconico pop-rock...
Qui il video....da equilibrista!

venerdì 8 maggio 2009

Cacao Equo e Biologico

LONDRA - Qualcuno la chiama Barbabianca, come se fosse una versione positiva e bonaria dei vari Barbablù e Barbanera delle fiabe. Qualcun altro lo scambia per un santone indiano, un istruttore di yoga o semplicemente un ex hippy che crede ancora di essere negli anni Sessanta. L'ultima definizione è parzialmente azzeccata: perché Howard-Yana Shapiro, americano di 61 anni, è davvero un ex figlio dei fiori, un "radical", come si dice negli Usa, un ex contestatore, come diremmo noi, che non ha perso la voglia di lottare per un mondo migliore. Ma non vive più negli anni Sessanta. E ha capito che negli anni Duemila le lotte per migliorare il mondo si combattono in un altro modo. Due decenni or sono, Shapiro ha fondato "Seeds for change" (Semi per il cambiamento), una piccola azienda di produzione e informazione su cibo organico, agricoltura sostenibile, difesa dell'ambiente. Vendevano sementi per l'agricoltura biologica. Gli affari andavano bene, la ditta è cresciuta, il fondatore era contento. Poi, un giorno del 1997, arrivò un'offerta inattesa: la Mars, gigante dell'alimentazione mondiale, la compagnia nota per le barrette di cioccolato al caramello dallo stesso nome e per un'infinità di altri prodotti, voleva acquistare "Seeds for change". Shapiro ha venduto l'azienda, ma non l'anima, sebbene gli amici gli dessero del "traditore". Si è immerso nella cultura del profitto di una grande multinazionale e oggi può dire di aver vinto la sua battaglia: nei giorni scorsi la Mars, più grande azienda produttrice di cioccolato al mondo, ha annunciato che d'ora in poi tutta la sua produzione di cacao, per un valore di un miliardo di dollari l'anno, seguirà le norme dell'economia sostenibile: salario minimo garantito per i contadini, biodiversità nello sviluppo dell'agricoltura, conservazione delle risorse acquifere. Una scelta che sarà verificata e certificata dalla organizzazione ecologista Rainforest Alliance, il cui presidente, Tensie Whelan, dichiara al quotidiano Guardian di Londra, dove Shapiro è venuto a presentare la svolta: "L'impegno ambientalista della Mars è senza precedenti in campo alimentare e i benefici per gli agricoltori del Terzo Mondo, per l'ambiente e per la natura saranno tangibili".
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Sembra una favola: un profeta del radicalismo, un ex attivista del movimento dei diritti civili, con la barba (ora bianca) e i capelli lunghi (quando li aveva - ora è completamente calvo), che entra in una multinazionale del capitalismo, l'azienda numero uno nel suo settore, e la converte al vangelo dell'ecologia e dell'economia a misura d'uomo. Una storia da film, e magari qualcuno lo girerà. Dice il protagonista: "Se sei interessato a difendere la natura, la scala delle tue azioni ha un'importanza decisiva. Se vuoi incidere sulla realtà, devi smuovere qualcosa di grande. Io non sono diverso da com'ero. Sono cresciuto con il movimento pacifista contro la guerra in Vietnam. Voglio ancora cambiare il mondo, aiutare i poveri, migliorare più vite che è possibile. E ora sono convinto che, seguendo l'esempio della Mars, tutta l'industria alimentare seguirà questa strada". Figlio di intellettuali emigrati in America dalla Russia e dalla Lituania ("ma che sapevano zappare l'orto, come tutti, nel loro paese d'origine"), Shapiro oggi ha alla Mars l'incarico di direttore globale per le ricerche esterne. Non gli mancano le critiche: Ethical Consumer, una rivista ecologista britannica, ha dato pessimi voti alla Mars, e anche alla Seeds for Change che continua a esistere all'interno della Mars, per scarso rispetto dell'ambiente, esperimenti sugli animali, operazioni in regimi oppressivi e campagne contro le leggi anti-obesità della Ue. Ma lui nega le accuse e mette sul piatto della bilancio iniziative come la conferenza di Ong e governi, sponsorizzata nel novembre scorso dalla Mars, per incoraggiare i coltivatori di cacao in Africa a seminare raccolti differenti per ridare vitalità a un suolo impoverito. "Se vuoi prendere qualcosa dalla terra, devi dare qualcosa alla terra", dice Barbabianca. "Oggi non pensiamo al breve termine ma al mondo che esisterà fra cent'anni, a quello che lasceremo ai nostri nipoti".
Enrico Franceschini
http://www.repubblica.it/