giovedì 26 febbraio 2009

Carnemvale

Per chi vuole divertirsi,trasgredire,ascoltare i Bluvertigo o i Mouse on Mars,per chi ama la musica house e chi il reggae, l'elettronica o la chill out.....insomma per chi ama la buona musica da ballare!
Sabato non puoi mancare al Carnemvale....a Milano,in zona Mecenate,dalle 18 alle 6 del mattino....e mi raccomando lasciate la macchina e prendete i mezzi pubblici.....almeno a Carnevale!

mercoledì 25 febbraio 2009

Milano Clown Festival

Non prendiamoci troppo sul serio,e poi qui,a Milano è ancora Carnevale!
Dal 26 febbraio 2009 al 28 febbraio,il festival internazionale sul nuovo clown e il teatro di strada,a Milano,al quartiere Isola!
www.milanoclownfestival.tk

giovedì 19 febbraio 2009

I Portishead ai fan: "come dovremmo vendere la musica?"

Ecco qualche frammento di un messaggio pubblicato ieri da Geoff Barrow dei Portishead sul MySpace della band inglese:"Abbiamo trascorso la giornata a discutere sul futuro dei Portishead, adesso che siamo liberi. Liberi da contratti, liberi da impegni... per ora! Per come vanno oggi le cose nel mondo, ci sono un sacco di opzioni disponibili... ma se avete qualche suggerimento su come dovremmo vendere la nostra in musica in futuro, fatecelo sapere.Onestamente, non penso che la regaleremo... ci vogliono secoli per scriverla, e poi dobbiamo pur riscaldare le nostre piscine private!"Anche i Portishead, dunque, stanno scivolando fuori dai modelli tradizionali di business discografico. Niente etichetta ("per ora!"), niente contratti e un futuro da decidere. Perchè non chiedere un consiglio anche ai fan? La mossa è tutt'altro che malvagia. In poche ore sono arrivate già più di cento risposte, con suggerimenti, consigli, inviti, preghiere, preferenze. Il dialogo diretto è utile per un effettivo brainstorming, ma anche dal punto di vista dell'immagine. Gli esempi più gettonati nelle risposte sono quelli dei Radiohead e dei Nine Inch Nails, cioè le prime rockband di un certo livello mediatico che hanno intrapreso una strada indipendente e fortemente legata a modelli alternativi di produzione e distribuzione musicale. Ma le opinioni sono davvero molto varie. C'è chi suggerisce alla band di vendere i prossimi album in chiavette USB a basso prezzo e chi invece li implora di non conventirsi al digitale e non abbandonare i vinili. C'è chi li invita a suonare più concerti e chi a concedere in licenza brani per suonerie o videogiochi ("sta per uscire la versione per dj di Guitar Hero e Rock Band, non perdete l'occasione!"). E c'è chi, salomonicamente, conclude: "fate quello che volete, ma vi prego, non impiegate altri dodici anni per realizzare un nuovo album!".In tre pagine di risposte, a volte brevissime a volte articolate, c'è una buona polaroid - necessariamente confusa e caleidoscopica - del cambiamento in corso nell'industria musicale, come viene visto dalla base, dai fan, dagli ascoltatori.Io rientro nella categoria di chi vedrebbe bene per un eventuale prossimo album dei Portishead un modello distributivo simile a quello adottato da Trent Reznor dei Nine Inch Nails per Ghosts I-IV. Un ventaglio di offerte che va dall'album in MP3 a bassissimo prezzo (5 dollari), al cd normale (10 dollari), al cofanetto con dvd, fino al box deluxe con vinile, illustrazioni e quant'altro a 300 dollari. Anche i Portishead hanno uno zoccolo duro di fan: di certo troverebbero duemilacinquecento (forse anche di più) collezionisti disposti ad acquistare un'edizione a limitata a 300 dollari. In quel modo potrebbero pagarsi le spese di registrazione e persino mantenere un bel tepore all'acqua delle piscine. Permettendo agli altri ascoltatori, alla massa, di acquistare i dischi a bassissimo prezzo (magari lasciando anche la condivisione online libera, attraverso le licenze Creative Commons, come ha fatto Reznor). Un tour mondiale da 25/30 date farebbe il resto. I Portishead non dovrebbero però limitarsi a copiare lo schema di Reznor: dovrebbero adattarlo alla loro storia, alla loro musica, alla natura del progetto che vogliono distribuire.Il sistema discografico basato sui cd aveva creato un modello in cui il guadagno derivava dalla massa, dalla folla, dall'alta quantità di copie vendute di un unico prodotto a prezzo moderatamente basso. Oggi che il prezzo di quel prodotto su Internet è sceso a zero (gli MP3), forse conviene puntare davvero su un percorso opposto: guadagnare dalla qualità, dai prodotti esclusivi, differenziati, anche a prezzo più elevato. Soprattutto per artisti, come i Portishead, che hanno la fortuna e il merito di poter contare su un pubblico affezionato, disposto anche a mettere mano alla carta di credito per assicurarsi un prodotto di valore (una giovane band sconosciuta di certo non potrebbe neanche sognarsi di vendere un box di vinili a 300 dollari).Voi cosa ne pensate? Cosa rispondereste a Geoff Barrow?
da www.lastampa.it

Un tributo a Emerson Lake & Palmer

Il nome della band è anche il programma: ELP Tribute Project è un omaggio alla musica di Emerson Lake & Palmer, trio che negli anni Settanta ha regalato perle di musica rock «progressive». Come gli originali, i componenti sono tre: Mauro Aimetti (voce, basso, chitarre), Fabio Mancini (tastiere) e Marco Fabbri (batteria). Nel 2008 il trio ha girato in Europa con varie date in Germania, Olanda, Belgio e Svizzera e in questo fine settimana, venerdì 20, si esibisce a Varese al Politeama, recentemente riaperto all’uso culturale con una serie di concerti benefici in dicembre. Anche il concerto di ELP Tribute Project è benefico. In scaletta i brani di «Brain Salad Surgery», quinto album degli ELP, uscito 35 anni fa. Una curiosità: ci sarà lo stesso impianto audio usato da Keith Emerson nel suo ultimo tour in Italia.
ELP Tribute Project. Varese, Cinema Politeama, venerdì 20 febbraio, ore 21. Biglietti a 10 euro da Mariposa (Milano), Carù (Gallarate), Record Runnners (Varese) o alla biglietteria del Politeama.
da www.milano.corriere.it

venerdì 13 febbraio 2009

Cgil....verde

La Cgil sposa la ricetta del new deal verde per uscire dalla crisi economica e si allea con Legambiente per lanciare un grande piano di interventi in grado di stimolare la ripresa, creare nuovi posti di lavoro (almeno 350 mila, solo per cominciare), favorire l'innovazione e risanare l'ambiente.
Il pacchetto di stimoli "rossoverde" è stato presentato oggi nella sede nazionale del sindacato dal segretario confederale Paola Agnello Modica e dal presidente dell'associazione, Vittorio Cogliati Dezza.
Una scommessa sulla quale la Cgil crede molto, tanto che inizialmente all'iniziativa avrebbe dovuto partecipare il numero uno Guglielmo Epifani, costretto poi a volare a Bruxelles per impegni più urgenti.
Il ragionamento della Confederazione parte dal durissimo giudizio, condiviso da Legambiente, sulle scelte fatte sino ad oggi dal governo. All'estero, fanno notare le due organizzazioni, da Londra a Pechino, da Washington a Madrid, tutti i principali paesi investono miliardi a tre cifre, puntando decisamente all'innovazione tecnologica legata all'ambiente e al contrasto dei cambiamenti climatici. "Da noi invece ne sono stati annunciati appena 45, dei quali solo 5 sono risorse fresche, mentre le altre sono già programmate da tempo", sottolineano.
A questo si aggiunge il fatto che, secondo il sindacato, palazzo Chigi ha puntato "a rompere la coesione sociale, scegliendo di far pagare l'onere della crisi ai lavoratori". Linea confermata, secondo Agnello Modica, dalle indicazioni che arrivano sugli incentivi auto. "A leggere i giornali - fa notare - c'è ben poco di cui rallegrarsi, manca completamente la questione degli investimenti nei nuovi motori e la salvaguardia degli stabilimenti".
L'alternativa proposta da Cgil e Legambiente è fatta invece di "misure immediatamente cantierabili" che nell'immediato possono dare lavoro a 350 mila persone, "facendo scattare però un effetto volano in grado di creare molta più occupazione".
I settori su cui agire sono quattro: energia, edilizia, trasporti e sicurezza ambientale. Ma per farlo, stando all'analisi delle due organizzazioni, non c'è bisogno di risorse aggiuntive. Il primo strumento è cambiare l'ordine delle priorità. "E' sufficiente privilegiare quegli interventi che hanno la capacità di abbattere gli sprechi sociali, ambientali ed economici prodotti dal nostro sistema produttivo", sottolinea la proposta "rossoverde".
La seconda leva è "rilanciare la lotta spietata all'evasione fiscale". Infine occorre "qualificare la spesa nella pubblica amministrazione, contrastando attivamente gli sprechi ad ogni livello". Cgil e Legambiente non sono entrate nel dettaglio dei possibili interventi, rimandando a un confronto annunciato per il 10 marzo con tutte le categorie produttive, da Confindustria, agli artigiani, agli agricoltori, nella speranza di coinvolgerle nel progetto. "E vero che Confindustria sulla vicenda del pacchetto europeo 20-20-20 ha fatto una battaglia di retroguardia, ma era una battaglia ideologica, mentre noi ci presentiamo con la forza della ragione", sottolinea Cogliati Dezza. All'appuntamento del prossimo mese il sindacato si presenterà forte delle proposte specifiche elaborate in queste settimane dalle organizzazioni territoriali e di categoria. Un esempio di come si può tenere insieme il circolo virtuoso del new deal verde, Agnello Modica lo ha voluto però anticipare. "In Italia - ricorda - esistono ancora 2 miliardi e mezzo di metri quadrati di coperture in amianto: sostituirle tutte con pannelli solari significherebbe creare occupazione, risparmiare sulle spese sanitarie future e contribuire a tagliare la bolletta energetica delle aziende. Ci guadagnerebbero tutti ed è una cosa che si può fare subito".
V.Gualerzi
www.repubblica.it

Un’altra bastonata all’ambiente

Per essere un caso, una sfortunata sequela di infortuni in parte corretti all’ultimo momento, va detto che la serie è un po’ lunga. Prima l’eliminazione degli sgravi del 55 per cento per le ristrutturazioni ecologiche (con il tentativo di sfilare i soldi di tasca a chi aveva già investito rendendo retroattivo il provvedimento). Poi gli incentivi per le lavatrici e le lavastoviglie dati senza un legame con l’efficienza energetica, in modo da premiare le importazioni di bassa qualità dando una bella bastonata all’industria italiana che da anni investe sull’innovazione tecnologica. Adesso, nel Milleproroghe, la cancellazione della norma sugli edifici ecologici inserita nella Finanziaria 2008, quella che prevedeva, dal primo gennaio 2009, l’installazione obbligatoria di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili per ottenere permessi per le nuove costruzioni: se ne parlerà nel 2010. Andiamo avanti così, facciamoci del male.
A.Cianciullo
http://cianciullo.blogautore.repubblica.it/

martedì 10 febbraio 2009

Effetto serra: smentiti i «negazionisti»

Che cosa succede ai ghiacci artici, si stanno espandendo o ritirando? La risposta è inequivocabile: nello scorso mese di gennaio è stata misurata un'estensione superiore a quella del gennaio 2008; ma, considerando la statistica sugli ultimi 30 anni, il fenomeno della riduzione complessiva è confermato e non bastano alcune settimane di intenso freddo con abbondanti precipitazioni nevose ad affermare che si sia invertita la tendenza. Il bilancio dei ghiacci artici, completo di precise valutazioni numeriche, si può trovare negli aggiornatissimi archivi dello statunitense National Snow and Ice Data Center (NSIDC), un servizio cogestito dall'Università del Colorado, dall'Ente spaziale americano e dall'Ente per gli Oceani e l'Atmosfera, che effettua il monitoraggio quotidiano da satellite della criosfera, ossia delle parti ghiacciate del nostro pianeta.
I «NEGAZIONISTI» DELL'EFFETTO SERRA - Riflettere sui dati forniti dal NSIDC è quanto mai opportuno, dopo il clamore sollevato un mese fa da alcuni scienziati negazionisti dell'effetto serra, secondo cui i ghiacci artici erano tornati quasi ai livelli del 1979, contraddicendo gli allarmi di quanti, invece, sostengono il loro continuo regresso. L'equivoco si è originato dal fatto che, nei primi giorni di gennaio, le quotidiane foto da satellite, per altro visibili a tutti sul sito del NSIDC, mostravano una coltre bianca su ampie regioni di Mare Artico che, negli ultimi anni, non erano state ricoperte dai ghiacci, neppure durante la stagione invernale. Ma si trattava di un fenomeno temporaneo, favorito da eccezionali condizioni meteorologiche. Tanto che già nella seconda metà del mese l'avanzata dei ghiacci si è arrestata. Di fatto, tirate le somme relative al mese di gennaio 2009, è risultato che la massima estensione dei ghiacci marini artici è stata di 14,08 milioni di km quadrati. Essa, pur risultando 310 km quadrati maggiore rispetto a quella del gennaio 2008, rimane tuttavia ben 760 km quadrati inferiore alla media di riferimento calcolata sul periodo 1979- 2000 (sempre relativa al mese di gennaio).
TENDENZA TRENTENNALE - D'altra parte, se si guarda la curva che rappresenta gli alti e bassi stagionali dell'estensione dei ghiacci artici nell'ultimo trentennio, cioè da quando si dispone di dati raccolti dall'orbita terrestre grazie ai satelliti artificiali, è evidente la tendenza alla diminuzione, malgrado alcune brevi fasi di recupero. L'estensione dei ghiacci artici varia moltissimo nell'arco dell'anno: raggiunge il massimo alla fine dell'inverno, con valori compresi fra 14 e 16 milioni di km quadrati; il minimo alla fine dell'estate, quando si registrano coperture di appena 3-4 milioni di km quadrati. Anche la valutazione che il pianeta si stia complessivamente avviando verso una fase relativamente più fredda è prematura poiché, come si vede in questi giorni, all' inverno rigido in alcune parti dell'emisfero settentrionale, si contrappone un'estate rovente in parti di quello meridionale, come dimostrano le eccezionali ondate di calore in corso in Australia. Insomma, come fanno giustamente notare i climatologi più avveduti, non bisogna far confusione fra meteorologia e climatologia: qualche ondata di freddo in qualche parte del mondo non cancella la realtà del riscaldamento globale e le tendenze si possono cogliere solo valutando l'andamento dei vari parametri sui lunghi periodi.
Franco Foresta Martin
da www.corriere.it

domenica 8 febbraio 2009

Questi posti davanti al mare

Bello da vedere e d'ascoltare......De Andrè,De Gregori e (De)Fossati....tratto dalla Pianta del Te di Ivano Fossati.
Qui il video.

domenica 1 febbraio 2009

Un ricordo di Sid Vicious a Torino

Il Museo Nazionale del Cinema rende omaggio a Sid Vicious, bassista dei Sex Pistols, in occasione del trentennale della sua morte, avvenuta per overdose a soli 21 anni il 2 febbraio del 1979 a New York.
Al Cinema Massimo il 30 gennaio e il 1 febbraio 2009 verrà riproposto il lungometraggio Sid e Nancy realizzato dal regista britannico Alex Cox e presentato al Festival di Cannes nel 1986, una dolente riflessione sulla storia d’amore e di morte tra Sid e la sua compagna Nancy Spungen.Nel cast, oltre ai protagonisti Gary Oldman e Chloe Webb, compare una giovanissima Courtney Love, futura leader delle Hole e compagna di Kurt Cobain.
Alla proiezione del film viene abbinata la presentazione del volume Cinema e Rock. Pop culture e film d’autore, immaginario giovanile e “visioni” del mondo (UTET Università) di Umberto Mosca (Cinema Massimo, 30 gennaio 2009 alle ore 20.30. ingresso €3.00).Il libro ripercorre il fil rouge che lega il cinema alla musica (e alla cultura) rock e pop, fornendo un’accurata ricostruzione di quei momenti storici, un ritratto a tutto tondo di sei decenni di storia americana ed europea.