giovedì 17 aprile 2008

Fotovoltaico contro agricoltura

La strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni.Leggete questo annuncio on line: «Società di intermediazione operante esclusivamente nel settore delle energie alternative, cerca terreni agricoli di almeno 2 ettari per installare impianti fotovoltaici».Ancora, Salvatore Valenti, agricoltore siciliano, ha raccontato al Tg3 che molte imprese comprano agrumeti per abbatterli e montare al loro posto distese di pannelli fotovoltaici. E non è finita, ad Alba (Cn) si progetta di installare pannelli solari al posto di un noccioleto.Di esempi simili ne è pieno il nostro beneamato stivale, soprattutto in Puglia, Umbria e Marche.Ora, l’idea di tagliare un aranceto o riconvertire terreni agricoli produttivi per far posto a pannelli solari non sembra a prima vista una genialata. Va bene che la generazione di energia dal fotovoltaico usa la fonte rinnovabile per eccellenza e contribuisce a ridurre le emissioni di Co2, ma un terreno agricolo o semplicemente un’area verde lo fanno ugualmente, e forse con risultati migliori. Senza contare fra l’altro l’aspetto paesaggistico della faccenda.E poi uno dei problemi attuali, ma soprattutto futuri, dell’agricoltura italiana (e mondiale) sarà la mancanza di terra a causa della cementificazione: ogni giorno nove ettari di terreni agricoli vengono sottratti alla produzione e destinati a opere di edilizia della palazzinara Italia (dati Università di Parma – Dip. Scienze Ambientali). Se a questo nefasto fenomeno ci si aggiunge il fotovoltaico, dove produrremo la nostra frutta e verdura? Forse sui tetti delle case, dove dovrebbero starci i pannelli solari?
Fonte:VivermeglioNewsfood.com
da www.slowfood.it

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